CORSERA (G. PIACENTINI) - Da un ballottaggio allaltro, non cè pace per Maarten Stekelenburg. Come se non bastasse la concorrenza interna nella Roma, ora per il numero 24 giallorosso la vita è diventata dura anche in nazionale. Il c.t. ol
È una situazione paradossale, quella che sta vivendo Stekelenburg: la nazionale «orange» è stata la sua àncora di salvezza quando le cose a Roma non andavano bene. Ora che finalmente sta convincendo in giallorosso, ha perso il posto. La brutta stagione scorsa, e linfortunio rimediato in avvio di campionato, ne hanno condizionato il rendimento e hanno fatto vacillare le certezze di chi lo aveva accolto come un top player. Non bisogna dimenticare, infatti, che non era lui il prescelto di Luis Enrique, che avrebbe preferito il camerunense Kameni. La società (il d.s. Sabatini) - sulla spinta di una «sollevazione popolare» da parte dei tifosi che chiedevano il numero uno dellAjax - decise di non accontentare il tecnico e di puntare sul portiere vice campione del mondo. Un anno dopo la situazione è un po cambiata.
Tutta lestate, infatti, è trascorsa tra le voci di una cessione - col Tottenham cè stato più di un sondaggio - e di un ballottaggio con Lobont. A complicare le cose, la richiesta di Zeman che ha preteso larrivo a Trigoria di Mauro Goicoechea, preso in prestito (con diritto di riscatto) dal Danubio e segnalato già lo scorso anno quando allenava il Pescara. «Tutte le squadre hanno tre portieri, perché la Roma dovrebbe fare eccezione? », la domanda rivolta da Zeman a chi gli chiedeva conto dellarrivo del portiere uruguaiano. I dubbi su chi sia davvero il preferito del boemo, però, restano. Finora il campo ha detto che il titolare è Stek, che soprattutto a Milano ha mostrato incoraggianti segnali di ripresa e che anche contro il Bologna dovrebbe essere il prescelto per difendere la porta romanista. Che sia la maglia giallorossa, stavolta, a riconsegnargli quella tranquillità e quella sicurezza che sembra aver perso in nazionale?