IL TEMPO (A. SERAFINI) - Un giorno di ordinaria follia o il conseguente epilogo di unastoria vista troppe volte allOlimpico? Un dubbio che continuerà a battere forte nella testa di Walter Sabatini, visibilmente deluso mentre scende i gradini della tribuna. I motivi della disfatta sono difficili per analizzarli a caldo, soprattutto dopo aver
Motori a parte, la differenza finale è stata creata verosimilmente dai grossi errori individuali. A partire proprio da Piris: scelta personale emirata dello stesso Sabatini, che sul giovane uruguaiano alza un muro di protezione totale: «Nessuno uccida il giocatore. Nei settanta minuti di partita prima del gol, che non è sua responsabilità, ha fatto molto bene, anche nel sostegno allazione offensiva. Credo sia statocondannato più dalla seconda rete, subendo ingenuamente la combinazione avversaria. Deve essere forte, come tutti,noncidobbiamoinginocchiare per una sconfitta. Giocherà, migliorerà: sui giocatori che fanno bene o meno bene, mi prenderò la responsabilità diretta».
Una difesa a spada tratta, che coinvolge anche il tecnico: «Chi attacca Zeman perde solo tempo, la sua filosofia non c'entra nulla con il risultato finale». Perchè alla fine, qualche sprazzo di luce nell'arco di tutta la gara si è visto: «Ripartiamo dalla grande condizione di Totti e dalla prepotenza di Lamela ». Pochi segnali positivi in una preoccupante discontinuità.