CORSERA (G. PIACENTINI) - «Sto bene e sono pronto per tornare in campo. Contro lInter non ho giocato perché avvertivo ancora dolore». Dal ritiro della nazionale bosniaca sembra quasi mettere le mani avanti, Miralem Pjanic, come chi di punto in bianco ha perso qualcuna delle sue certezze
Non si può negare, però, che la Roma vista a Milano, con il greco in cabina di regia, Florenzi e De Rossi (poi Marquinho) interni, abbia girato molto meglio rispetto a quella lenta e impacciata che aveva faticato con il Catania allesordio, con Pjanic e Bradley in campo dal primo minuto e con De Rossi davanti alla difesa. Una casualità? La prova del nove ci sarà contro il Bologna, alla ripresa del campionato, ma quella che dovrà prendere Zeman non è una decisione facile e avrà ripercussioni sul modo di interpretare la partita. Scegliendo di confermare Tachtsidis, con De Rossi spostato a destra, il ballottaggio sarebbe tra Pjanic e Florenzi, due calciatori dalle caratteristiche diverse. Lex capitano della Primavera ha più corsa e aggredisce di più gli spazi - non è un caso che anche Totti si sia giovato della sua presenza da quella parte - mentre il bosniaco dà più geometrie e ha il piede più «educato», anche se troppo spesso tende ad accentrarsi. Se invece il sacrificato dovesse essere Tachtsidis, De Rossi tornerebbe a fare il centrale, con ai lati Florenzi e Pjanic. Nessuna gerarchia, però, soprattutto con Zeman, è scolpita nella pietra e la sensazione è che quando sarà recuperato anche Bradley, in mezzo al campo nessuno possa sentirsi sicuro del posto.