LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - E si spera soprattutto uno stadio Olimpico finalmente bello pieno. A Roma il calcio è una fiammata alta, abbagliante, che si vede anche da molto lontano, peccato che spesso bruci in fretta. Sarebbe meglio una fiammella che resti accesa fino a giugno, ma questo è un altro discorso. Troppe altre prove
Primo fra tutti quel Florenzi, centrocampista di scuola giallorossa e ottima stoffa, venuto da Crotone a conquistare San Siro. Sarebbe un derby perfetto se potessimo classificare Vladimir Petkovic come lantiZeman, ma non è affatto il contrario. Pur sconosciuto in Italia e Lotito per quanto criticato da suoi tifosi ha spesso di queste intuizioni innovative proprio al calcio integralista si è addottrinato. Ha affermato lui stesso di sapere che il calcio italiano è chiuso e conservatore, refrattario verso chi vuol sconvolgere un gioco tradizionale. E così dopo un brutto precampionato ha attenuato certi integralismi esibendo una sorprendente Lazio prima in classifica e che va spettacolarmente in gol. E non solo col solito Klose. La Roma ha cambiato tantissimo, la Lazio è rimasta praticamente uguale a se stessa. A San Siro Zeman ha schierato una squadra con sei giocatori nuovi rispetto allo scorso anno, Petkovic contro il Palermo nemmeno uno. Le vie del successo sono infinite, quelle dello scudetto per adesso puramente virtuali. Romanisti e laziali si godono il momento, con i piedi saldamente piantati tra le nuvole. A Roma il calcio è bello per questo.