IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Sesto uruguaiano nella storia della Roma, Mauro Goicoechea è anche lo straniero numero 162 che veste i colori giallorossi. Anni 24, portiere, arriva dal Danubio di Montevideo, lì era già molto quotato. Lo ha chiesto Zeman e per questo la Roma lo ha inseguito con una certa insistenza, per
Ha sempre giocato in porta, fin da piccolo. «Mi è sempre piaciuto parare, non ero un giocatore di movimento», spiega Goicoechea. Che poi ha aggiunto. «Sono molto contento di essere stato preso in considerazione dalla Roma e poi acquistato, sono molto grato alla mia nuova società. Le mie caratteristiche? Quelle di un portiere sudamericano: ad esempio giocare con i piedi, il calcio della palla è sicuramente un mio punto di forza». Ed è proprio quello che cerca Zeman in un portiere: reattività, bravura nella gestione del pallone, stare in sintonia con il quartetto difensivo.
Goicoechea gli era stato segnalato da Franco Mancini, suo grande amico, anche suo portiere dai tempi del Foggia, poi infine suo collaboratore tecnico al Pescara, scomparso prematuramente qualche mese fa. «Il fatto che fossi stato già segnalato da tempo non lo sapevo, ma mi riempie di orgoglio», rivela Mauro. Se lambizione attuale è diventare il titolare della Roma, in futuro luruguaiano vuole scalare il successo con la maglia della sua nazionale. «Ho giocato nelle giovanili ma non ho ancora avuto opportunità con la nazionale maggiore. L'Uruguay ha grandi portieri, come Muslera e Martin Silva. Ovviamente spero di avere anche io la mia occasione. I miei modelli? Agli inizi in mi piaceva molto Fabian Carini, oggi credo che il migliore al mondo sia Buffon». Intenditore.