IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Qualcuno, stropicciandosi gli occhi, ha cominciato a chiederselo: ma è ancora lui o è il figlio? Complicato, per molti critici miopi, accettare che quel ragazzetto con la maglia numero 10 sulle spalle che domenica sera a San Siro ha dato spettacolo contro lInter abbia davvero trentasei anni,
Dallinizio del ritiro di Riscone di Brunico ha perso sei chili, ha plasmato ulteriormente il proprio fisico e, sfidando tutti, anche se stesso, ha recuperato la voglia di zittire i critici; quelli del Totti è sul viale del tramonto oppure Totti è la zavorra della Roma. Ieri, cioè il giorno dopo lo spettacolo milanese, Francesco era regolarmente in campo per lallenamento post partita: un lavoro defatigante in compagnia di quanti avevano giocato contro lInter. Il capitano settimanalmente fa lo stesso lavoro della squadra poi, a seconda delle sue esigenze, toglie o addirittura aggiunge qualcosa al programma del boemo. Zeman lha fatto sempre giocare non perché Francesco sia suo amico, ma perché il capitano lha sempre realmente meritato. E si è divertito, il boemo, a rispedirlo nel ruolo che gli aveva assegnato durante la sua prima esperienza a Trigoria, cioè attaccante esterno a sinistra. Solo che il Totti attuale non è più soltanto un attaccante: è diventato (ma forse lo è sempre stato) un regista dattacco, un finalizzatore, un suggeritore e alloccorrenza anche difensore, oltre che fine realizzatore. Un calciatore completo, in parole povere.
E da qui sono partiti tutti i dibattiti sul nuovo (vecchio) calcio di Zeman. Lavere o il non avere Totti in campo condiziona la manovra della Roma perché il capitano non sta esattamente nei rigidi schemi del calcio integralista del boemo. Quando cè stato, ad esempio contro il Catania, non ha brillato, e con lui la Roma; quando, come a Milano, si è mosso secondo istinto, per la Roma sono stati fuochi dartificio. Paradossalmente, insomma, se Totti non dà (troppo) retta a Zeman è meglio.
Parlare di un attaccante esterno, del resto, sarebbe riduttivo: lassist meraviglioso per Osvaldo lha confezionato da una posizione centrale, ad esempio. E sono state tante (e belle) anche le giocate che ha proposto da esterno a destra. Se mai, va registrato un dato statistico: Totti contro lInter non ha mai tirato seriamente verso la porta avversaria. Un evento che probabilmente non era mai accaduto nella sua storia giallorossa. Ma qualcuno ha voglia di lamentarsi o di rinfacciarglielo?
Come per incanto, tutti i soloni della critica che dopo la partita con il Catania lavevano accusato (e con lui Zeman) di stare troppo lontano dalla porta hanno dovuto cambiare bersaglio: Totti li ha annichiliti muovendosi in ogni angolo del campo e regalando in continuazione perle di calcio. Si è messo al servizio della squadra, privilegiando gli interessi generali ai propri. Tipo la classifica dei cannonieri di sempre della Serie A: è fermo dallo scorso maggio a quota 215 e continua a mancargli un gol per agganciare Josè Altafini a 216 e sistemarsi al terzo posto della graduatoria. Ci sarà tempo per arrivarci.