Baldini: «Un ricorso dovuto»

24/09/2012 alle 10:05.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - L’alzataccia dopo una notte insonne, il rocambolesco viaggio di ritorno nella Capitale e a seguire una frenetica mattinata trascorsa a Trigoria tra riunioni e telefonate per capire, valutare e interpretare. Alla fine i vertici della Roma, in primis il dg Franco Baldini in stretto contatto con gli esterrefatti proprietari statunitensi, hanno deciso di presentare ricorso, in base all’art.17 comma 1 del Codice di Giustizia sportiva, per ottenere la vittoria per 0-3 a tavolino sul



Il giallorosso, prima di intervenire ai microfoni di
Roma Channel, aveva firmato un comunicato emesso verso l’ora di pranzo. «La Roma intende tutelare non soltanto, come è ovvio che sia, i propri interessi e quelli dei propri tifosi, ma allo stesso tempo vuole proteggere quello che è un principio sacrosanto, cioè che le competizioni si debbano svolgere nel rispetto di regole che sono oggettive e che in nessun caso possono essere piegate ad esigenze soggettive», il testo. Laconico il commento di Zdenek Zeman sulla faccenda. «Queste cose succedono solo in Italia...».

Eccolo ancora, Baldini. «Un fatto sconcertante, un fatto che ci provoca sgomento. Non è solo lo sconcerto dei nostri tifosi ma di tutti i tifosi del calcio. Se c'è una competizione in cui può succedere di tutto, non è una competizione seria. In una competizione seria si seguono regole oggettive, non regole che diventano soggettive di giorno in giorno secondo le levate di scudi dell'uno o dell'altro. La Roma è parte lesa. Presentare ricorso non è una scelta ma un obbligo. È una situazione che spazia dal ridicolo al tragico. Il ridicolo è che sia possibile che questo accada; il tragico è che ci sia tanta gente che pensi che è giusto che ciò accada. La Roma farà un percorso obbligato, non solo per la tutela degli interessi propri e dei propri tifosi che improvvisamente nella notte si sono trovati con la notizia che la partita non si sarebbe giocata. Comincio ad essere un po' stanco: dall'eruzione dell'Etna a partite rimandate per neve e pioggia pensavo sinceramente di averle viste tutte, ma ogni giorno ce n'è una nuova».



E poi. «I campionati si svolgono secondo le regole e le regole dicono che le partite non possono essere rinviate o interrotte per problemi dei singoli. Dal punto di vista tecnico la squadra si era preparata, avevamo accettato anche di andare a Quartu. Ora c'è un po' di spossatezza, abbiamo organizzato stamattina (ieri mattina, ndr) alle 6 il viaggio di ritorno. E il viaggio ci ha visto costretti a lasciare qualcuno lì, visto che l'aereo prenotato all'ultimo momento non aveva a disposizione tutti i posti necessari. Non è un bene per nessuno, non solo da un punto di vista tecnico, trovarsi impotenti di fronte a certi avvenimenti. Reazioni ala nostra mossa? Il dispositivo attuato dal Prefetto lascia pochi dubbi all'interpretazione delle norme. Qui c'è la responsabilità diretta del maggior responsabile di una società per quello che è avvenuto. Il regolamento parla chiaro».



Infine, un vero e proprio atto d’accusa al sistema calcio italiano. «Guardando certe cose, si ha la sensazione che altri Paesi siano paradisi rispetto all'Italia. Magari anche altrove ci sono magagne ma facendo il computo di tutto diventano paradisi rispetto a quello che purtroppo succede in Italia. C'è solo sgomento nel non avere nè le parole nè la postura del corpo per poter raccontare ai nuovi arrivati brasiliani perché succedono certe cose. Io gliel'ho spiegato, senza essere adatto a farlo, visto che neppure io sono riuscito a spiegarmelo»