
GASPORT (A. CATAPANO) - Non ci sono più i pienoni di una volta, ma per i tempi che corrono i numeri della Roma fanno comunque un certo effetto. Circa 33 mila paganti con un incasso di 500 mila euro per un'amichevole,
Mi ritorni in mente Sono in corso ampi studi sulla Zemania: strano fenomeno del cuore per cui, tredici anni dopo l'ultimo bacio, basta un appuntamento per riaccendere quella galassia di sentimenti che, evidentemente, era rimasta in un angolo, pronta a tornare in superficie alla prima occasione. I zemaniaci sono sparsi un po' ovunque in Italia, ma il grosso è concentrato a Roma. Questo popolo di aficionados non aspettava altro che il ritorno del boemo, con il suo corollario di divertimento in campo e invettive anti-Juve fuori, per ridare libero sfogo ai propri impulsi calcistici. Negli ultimi tempi, infatti, anche i tifosi della Roma si erano normalizzati, pure loro rassegnati, dopo anni di encomiabile resistenza, alle comodità del calcio in salotto — birra, frittata, tv, radio: un'offerta completa e per tutti i palati, dal becero all'intellettuale —, meno scenico ma più agevole delle scarpinate all'Olimpico. La caduta dell'impero dei Sensi, con tutte le malinconie della fine, e l'istituzione della tessera del tifoso, oggi aggirata dall'invenzione del carnet, avevano fatto il resto, allontanando un altro pugno di affezionati. Un anno fa, l'idea di affidare la panchina della Roma a Luis Enrique aveva intrigato solo la dirigenza giallorossa, lasciando indifferenti i tifosi.