IL ROMANISTA - (V. META) - TOTTI Il migliore punto e basta. Zeman lo schiera al centro del tridente, ma dopo lassist di tacco con cui regala la doppietta a Destro, i due si scambiano la posizione. Non cambiano le premesse di unintesa che promette
DE ROSSI Torna a Irdning undici anni dopo il suo primo ritiro con la Roma di Capello, quando per sua stessa ammissione non si sentiva un calciatore vero perché non aveva ancora un armadietto a Trigoria. Si riprende il centrocampo della sua Roma a quattro mesi dallultima partita con la sua maglia, davanti alla difesa cè lui e per tutti gli altri giocare è più facile. Se non fa vedere cose eccezionali è solo perché la sua eccezionalità è lasciarle fare agli altri: se Pjanic e Florenzi possono muoversi sulla trequarti e cercare linserimento, è perché sanno che lui cè sempre. Tutto il resto arriverà.
CASTAN Forma con Burdisso quella che dovrebbe essere la coppia di centrali titolare, ma vista la modestia degli avversari, dalle sue parti non si fa vedere mai nessuno. Così lex Corinthians ne approfitta per dimostrare di sapersi far valere anche in fase dimpostazione e strappa applausi con un grande spunto sulla fascia sinistra che per poco non si conclude con un assist.
PIRIS Prima in maglia romanista per lex terzino del San Paolo, che gioca un tempo sulla destra senza grandi acuti ma anche senza errori. La condizione non può essere il massimo, anche perché per lui corsa e gradoni sono appena cominciati: va rivisto.
FLORENZI Continua ad accumulare punti giocando con grande attenzione e senza strafare, mettendo le sue geometrie al servizio dei compagni. Trova un altro bel gol dopo quello contro il Liverpool, a conferma che le belle parole che Zeman ha speso per lui erano tuttaltro che un regalo.
PJANIC Le partite dagosto contano poco, ma il bosniaco attraversa uno stato di grazia in cui gli riesce tutto, incluse cose difficilissime, dai lanci in verticale senza guardare ai cambi di gioco che trovano puntualmente il compagno libero. Leleganza è quella di sempre, segna un gran bel gol e ne sfiora un altro che sarebbe stato altrettanto bello. Peccato che per fare sul serio si debbano aspettare ancora venti giorni.
NICO LOPEZ Le sue giocate sorprendono solo chi non lo conosceva. Il ragazzino che in Primavera aveva più gol che presenze sta dimostrando che i lampi della scorsa stagione non erano buoni solo per la categoria. Schierato largo a destra, è lunico del tridente a non spostarsi mai: qualche volta va al cross (e infatti Piris resta spesso dietro), qualche altra si accentra seminando il panico in area. La facilità di dribbling non infierisce mai sulla modestia degli avversari, il fiuto del gol lo mette sempre davanti alla porta al momento giusto, magari per cercare la soluzione più difficile. Segna un gol, ne fallisce uno già fatto e si prende la solita razione di applausi ammirati.
LAMELA Entra nella ripresa al posto di Nico Lopez e quarantacinque minuti gli bastano per segnare tre gol, uno più bello dellaltro, muovendosi molto fra la trequarti e gli esterni. Ogni pallone che tocca si trasforma in qualcosa di pericoloso.
OSVALDO Qualcuno vuole il suo futuro incerto, quello che è certo è che lui sotto porta fa sempre il suo dovere. Zeman lo schiera al centro del tridente, i difensori della rappresentativa di Irdning non sono nelle condizioni di fare alcunché per arginarlo, al punto che potrebbe anche limitarsi a restarsene in area ad aspettare che gli arrivi la palla. In crescita.