IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - In Brasile già lo rimpiangono, Zeman lo ha preteso perché in lui vede un futuro (magari nemmeno troppo lontano) fenomeno. Lui, Marcos Aoás Corrêa, meglio noto come Marquinhos, classe 94, maglia numero 3 con scritto semplicemente Marcos, ha accettato la sfida, anche con una certa sfrontatezza. Apparentemente una riserva, al pari del quasi coetaneo Alessio Romagnoli, ma poi chissà, tutto può succedere e magari in pochissimo tempo ritrovarsi titolare al fianco del suo amico e connazionale Castan, con cui ha diviso parecchie soddisfazioni nel Corinthian
«La Roma è stata la prima squadra che ha puntato su di me, per questo sono qui. Spero di ritagliarmi spazio e grandi soddisfazioni in futuro. Giocherò con calciatori importanti, come Totti e De Rossi ad esempio, proprio loro mi aiuteranno a crescere», le sue prime parole ieri a Trigoria. Alto 1.80 per 79 kg, usa parole da grande, sguardo da ragazzino, con lacne come segno delladolescenza. «Il mio giocatore di riferimento è Thiago Silva, tutti coloro che giocano nel mio ruolo vogliono imitare. Mi rendo conto della qualità dei miei compagni di reparto, ma è soltanto col lavoro quotidiano che potrò conquistarmi questo spazio».
Che giocatore è Marquinhos? «Ho un buon senso della posizione, una visione di gioco in difesa, sono un calciatore rapido e recupero molti palloni. So anche impostare il gioco». Praticamente perfetto, a quanto pare. Viva la faccia. «Sì, è vero, linteresse della Roma è stato molto grande in rapportato alle mie presenze in nazionale o in Brasile, però le caratteristiche che ho sono quelle che la società cercava ed è per questo che sono stato attratto da unavventura del genere. Avevo voglia di fare unesperienza in Europa. Roma non la conoscevo, la sto ammirando in tutta la sua bellezza».
Marcos, così vuole essere chiamato, è un patito dei social network (strano...) e comunica quotidianamente attraverso twitter: parole significative, inutili, un misto di tutto e tante foto, appunto, già tante della città che lo sta ospitando in questa fase della sua carriera.
Zeman ha avuto un ruolo fondamentale per il suo acquisto. «Mi ha detto che gli sarebbe piaciuto poter contare su di me, che apprezzava il mio calcio, le mie qualità e le mie prestazioni in Brasile. Mi ha anche detto che venire in Italia sarebbe stato un passo importante per la mia carriera». Il boemo punta sui brasiliani anche in questo suo secondo soggiorno romanista: allepoca aveva Aldair e Zago, adesso Castan e Marcos. «Il livello del campionato brasiliano è cresciuto notevolmente in questi anni, ma penso che il calcio europeo sia ancora superiore. Perciò ho scelto la Roma. Devo dire che anche i tanti giocatori brasiliani presenti qui sono stati importanti per la mia scelta. Il Corinthians non ha mostrato sfiducia nei miei confronti, anzi: lì volevano trattenermi, ho anche parlato con lallenatore, ma la mia volontà è stata determinante. Volevo giocare in un campionato importante e credo che questa sia per me la scelta migliore».
Dal Brasile allItalia, un salto enorme. «Mi aspetto un campionato duro, difficile e soprattutto molto equilibrato, ho parlato con Taddei e con altri compagni e mi ha detto che anche le così dette piccole possono metterti in difficoltà, proprio come succede in Brasile. Però sono sicuro che quanto più il campionato sarà difficile tanto più sarà importante la per la mia crescita».