Giustizia anomala

10/08/2012 alle 09:27.

IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Strano a dirsi quando le sentenze debbono essere ancora ufficializzate. Eppure di questa parte del processo sul calcioscommesse, comprendente sia il filone di Bari che di Cremona, è stato oramai pubblicizzato praticamente tutto

Un procedimento che sarà ricordato a lungo, avendo portato alla luce diverse anomalie. In primis: se come sembra le diverse contraddizioni di Andrea Masiello garantiranno il proscioglimento di Bonucci, Pepe, Salvatore Masiello, Belmonte e Di Vaio, la derubricazione di Portanova, l'annullamento dell'ammenda all'Udinese e del -2 al , cade inevitabilmente l'asse portante dell'inchiesta federale. Ossia, quella dell’assoluta credibilità del pentito. In questo caso, poi, ciò avviene in palese ritardo con quanto già asserito dalla procura ordinaria di Bari (che ieri ha intanto interrogato Parisi, Esposito e Guberti per Salernitana-Bari del 23 maggio 2009: i tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere) che riguardo alla figura di Andrea Masiello da tempo aveva espresso molti dubbi. Quelli che Palazzi sino alla difesa dell’avvocato Bianchi (Bonucci) non ha mai avuto: le dichiarazioni dell’ex barese, infatti, erano ritenute «univoche e insuperabili». Un errore che agli occhi dell’opinione pubblica mina inevitabilmente anche la credibilità dell’altro pentito, Filippo Carobbio. E non per la pena che verrà comminata a (10 mesi) ma per il modo in cui ci si è arrivati.

Contraddizioni che sono state le vere protagoniste di questo processo. Proviamo ad elencarne alcune. Carobbio è stato ritenuto credibile «in toto» dalla Procura, tanto che nelle carte si legge che la valenza data alla difesa di nel screditarlo è pari allo zero visto che «le motivazioni addotte appaiono incoerenti e prive di pregio, ove, la versione fornita dal calciatore appare più verosimile». Ma se è credibile al 100%, lo sarebbe stato anche nell'episodio specifico della riunione tecnica nella gara con il Novara. E allora il rinvio a giudizio per l'allenatore perché non è stato per illecito sportivo ma per omessa denuncia? Dubbio che s’ingigantisce leggendo la prima parte dell'atto di deferimento, quello scritto dalla mano degli 007 federali, prima della svolta decisa da Palazzi (che ieri ha ricevuto l’appoggio di Abete: «In questi anni la Procura ha lavorato molto bene a prescindere dalle autonome valutazioni che saranno fatte nei vari gradi di giustizia») nelle conclusioni.
 
Non trova risposta nemmeno un altro quesito: se il tecnico deve rispondere di omessa denuncia, perché i calciatori presenti nello spogliatoio del Siena ai quali si sarebbe rivolto confidando che «c'era un accordo per il pari» non sono stati deferiti? E perché, come hanno fatto notare almeno una decina di avvocati durante il dibattimento, nelle conclusioni di Palazzi la formula in dubbio pro reo viene utilizzata in un mare magnum di 58 deferiti, solamente per ? Strano anche il solo deferimento al del , Sanfelice, quando Portanova avrebbe parlato con tutto lo spogliatoio rossoblù. Perché non omessa denuncia per tutti? Addirittura inspiegabile quanto accaduto al povero Padelli, che dopo aver parato il rigore che non permette il buon esito di una combine, rischia una pena di tre anni. E poi, l’ultima anomalia. Quella che alla luce dell’ufficialità delle sentenze di oggi, lascerebbe ancor di più perplessi: ma il patteggiamento di Masiello, grazie al quale l’ex barese sconterà 26 mesi di , è stato concesso per cosa?