Complimenti, De Rossi: vale più la fedeltà dei milioni

24/08/2012 alle 12:28.

GUARDIAN.UK - A cavalcare per la riscossa della pessima reputazione del calcio troviamo un cavaliere inaspettato, dalla scintillante armatura. Daniele De Rossi, centrocampista della Roma e dell'Italia, rifiutando il Manchester City, non ha solo dimostrato che i calciatori possono avere allo stesso tempo intelligenza e integrità, ha anche restaurato la fede nella natura umana.

I calciatori sono umani, dopotutto, non necessariamente degli acchiappa-soldi o mercenari senza cervello in vendita al miglior offerente. Era anche il momento che qualcuno lo ricordasse. Va anche detto che a volte i giocatori sono fatti propriocosì, ma questo non può essere un marchio per tutta la categoria. ha dimostrato che la fama negativa non riguarda tutti i calciatori. 

Per chi non conosce la storia: per mesi è andata avanti una trattativa, con l'offerta di 30 milioni di sterline per la Roma e 130.000 sterline a settimana per il mediano romanista. Il è campione d'Inghilterra, partecipa alla e ha un allenatore italiano: qualora avesse accettato, non sarebbe stato visto come un mercenario, ma solo come un giocatore che si è trasferito altrove, come la maggior parte dei lavoratori fuori e dentro il mondo del calcio. 

 Invece ha detto no. Ha gentilmente declinato le avances del . Non solo, ha motivato la sua scelta: "Io resto per questa squadra, per l'affetto dei tifosi. Io sono romano e credo in questo progetto. Sto bene qui, non ho chiesto a nessuno di andarmene. Quando vorrò lasciare la squadra per vincere la o guadagnare più soldi, lo dirò pubblicamente". 

Questo è il calcio, naturalmente: c 'è la possibilità che possa rivalutare anche le sue intenzioni più oneste, o addirittura andarsene prima della fine del mercato estivo, magari perchè la Roma non si sentirebbe bene e voltare le spalle ad un'offerta superiore ai 30 milioni di sterline. Anche Wayne Rooney infranse il "Once blu, always blue" dell'everton, trasferendosi al Manchester United per 25 milioni di sterline. 

Questa è la dimensione, quella del businnes, dove il calcio non ha somiglianze con il mondo olimpico. La maggior parte dei calciatori è carne da vendere e comprare, con i club che fanno la corsa al prezzo più alto. Molti pensano che anche il bel gioco sia una mera questione economica. E' sempre stato così. 

Ecco perchè i sentimenti di , per quanto difficili da sostenere, sono stati una boccata d'aria fresca. Nemmeno il denaro del può comprare tutti. Non tutti i calciatori hanno prezzo. Grazie a Dio è così. Almeno un calciatore in Europa ha messo il proprio rapporto con i tifosi e l'attaccamento alla maglia davanti al proprio prcuratore e al proprio conto in banca. Il primo a promettere agli spettatori che saranno i primi a sapere di una sua voglia di andar via, qualora diventasse insoddisfatto della sua permanenza. Quasi incredibile. 

Certo è che il si rifarà sotto con cifre più alte. Vista la somma in gioco, è impossibile dare per scontato che non si muoverà mai dalla sua posizione. Ma almeno il mediano giallorosso ha reso chiara la sua posizione, si merita un piccolo applauso, sicuramente da tutte le persone che sono state così occupate nella critica feroce al calcio in queste settimane. 

Un rispettato critico arrivò a dire, una volta, che l'unico modo per un britannico di vincere il Tour de France sarebbe stato quello di correre in tandem, portando il proprio agente sul sellino. E' una buona battuta: difficile infatti trovare quel calciatore che non faccia uso di agenti o che prenda decisioni per se stesso. Ma ce l'ha dimostrato: i calciatori non sono tutti della stessa pasta. Tutto il mondo gioca a calcio e c'è un mondo di differenza tra singoli calciatori. Possa continuare così a lungo. 

 

 

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