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CORSPORT (A. GHIACCI) - Piacevole, simpatico, in discreta forma. Zdenek Zeman è tornato. E non è cambiato granché, almeno come persona. Anche se cè chi è pronto a scommettere che come tecnico abbia apportato delle modifiche ai metodi di tredici anni fa, al termine della sua prima esperienza alla Roma. Modifiche volte a
CORSPORT (A. GHIACCI) - Piacevole, simpatico, in discreta forma. Zdenek Zeman è tornato. E non è cambiato granché, almeno come persona. Anche se cè chi è pronto a scommettere che come tecnico abbia apportato delle modifiche ai metodi di tredici anni fa, al termine della sua prima esperienza alla Roma. Modifiche volte a migliorare un calcio già bello e divertente. Per renderlo anche vincente, probabilmente. Si vedrà. Intanto ci sono delle certezze. La prima: il boemo vuole competere, per i livelli più alti, perché è fatto così e perché sente la responsabilità nei confronti dei tifosi che hanno fatto festa, e ancora non hanno finito, quando hanno saputo del suo ritorno.
La seconda: se cè da dire qualcosa, anche con le solite parole, la dice senza freni, come quando si parla di scudetti e di Juventus. E se cè da scherzare tira fuori il marchio di fabbrica: il ghigno a cui proprio non si può resistere. «Ci saranno gioie e dolori, per tutti». Vero, un po come nella vita in pratica. Una stagione che comincia oggi e che per lui vale una vita, perché «è la mia ultima grande occasione». E allora: in bocca al lupo, a Zeman e alla sua Roma.
Partiamo dalleffetto-Zeman. Ha percepito lentusiasmo dei tifosi?
«Sì, sento laffetto, ma sarò più contento se sarà così anche a fine campionato. La stagione è lunga, ci saranno gioie e dolori, per tutti. La mia speranza è che siano di più le gioie».
Il direttore sportivo Sabatini ha detto che Zeman non sarà "lo scudo spaziale" ai problemi della Roma. Lei ci si è mai sentito?
«Mi sento un allenatore, sono a disposizione della societàper cercare di migliorare la squadra. Questo è il mio compito e mi prendo le mie responsabilità».
Che obiettivo avrà la sua Roma? Pensa ci siano squadre nettamente più forti?
«Io voglio competere e competere vuol dire giocare contro gli altri per fare risultato. Sia contro squadre tipo Juve, Milan e Inter ma anche contro le neopromosse. Poi bisogna vedere dove si arriva. Il campionato inizia con zero punti e zero gol fatti per tutti».
Trenta sulla maglia, ventotto assegnati: quanti sono gli scudetti della Juventus per lei?
«Per me i titoli sono tanti quanti ne sono stati assegnati. Poi se leggo qualche dichiarazione, qualche libro o qualcosa che è stata scritta, credo che anche ventotto siano troppi...».
Le condizioni della squadra dopo cinque giorni di lavoro, due a Trigoria e tre a Riscone: come stanno i ragazzi?
«Stanno faticando, come è normale che sia per il periodo di preparazione. Siamo qui per lavorare, se fossimo andati in vacanza sarebbe stato diverso... a parte gli scherzi il gruppo ha cambiato abitudini e cè chi sopporta meglio i carichi e chi fatica di più. Limportante è porre le basi per la stagione che ci aspetta. Non ci sono problemi, per lavvio degli impegni ufficiali saremo a posto».
Quali sono stati i criteri di scelta su chi portare in ritiro a Riscone?
«Ci sono giocatori tesserati dellaRoma che possono continuare a svolgere lattività con noi. Fuori sono rimasti i giocatori della Primavera che sono da mandare a farsi le ossa».
Uno dei problemi della Roma di Luis Enrique erano i cali nella ripresa. Come pensa di migliorare questo fattore?
«Fare adesso valutazioni di questo tipo per me è difficile visto che lanno scorso non cero. Il problema poteva essere fisico o mentale. Ma ripeto: non riesco a giudicare il lavoro degli altri».
Ranieri ci disse che la preparazione oggi la può fare anche "un verduraio". Quanto conta per lei laspetto atletico e quanto quello tattico?
«Il calcio è bello perchè è vario. Io faccio lallenatore da qualche anno, per me la preparazione è la base su cui costruire lannata. Le partite durano novanta, novantacinque minuti, di cui quelli puliti sono cinquantacinque, sessanta. Se un giocatore molto bravo tiene palla circa tre minuti sul piede, gli altri cinquantacinque o cinquantasette cosa fa? Dovrebbe correre...».
Nelle ultime settimane si è parlato di difesa da rifondare. E difficile impostare il lavoro senza avere un quadro chiaro?
«Il mercato è iniziato adesso e finisce tra due mesi, le possibilità di spostamenti sono ancora tante. Quelli che sono qui sono giocatori della Roma e sono a disposizione. Credo che quelli che vogliono cambiare non avranno difficoltà a trovare altre soluzioni visto che sono tutti bravi. Io non ho particolari problemi, in difesa ho otto uomini che mi bastano e mi avanzano. Poi visto che cè il mercato in pieno svolgimento è normale che si cercherà di migliorare. Se Juan e Heinze restano? Oggi sono giocatori della Roma...».
Come ha trovato Totti dopo tredici anni?
«Già, sono passati tredici anni... Lho visto crescere, come calciatore per me è sempre Totti. Magari fisicamente non sarà più quello di una volta, ma è normale».
Quale sarà il futuro tattico del capitano? In che posizione giocherà?
«Sulla sua collocazione tattica devo ancora vedere, soprattutto rispetto a quello che faremo come squadra e non solo rispetto a lui. Penso di utilizzarlo dove può servire di più alla squadra».
Osvaldo, altro suo vecchio allievo...
«Ieri (venerdì, ndr) ha avuto qualche problema alla schiena ma lho trovato migliorato rispetto a Lecce. Nei test ha ottenuto i risultati migliori».
Cè qualcuno che lha impressionata maggiormente rispetto al resto della squadra?
«A me ancora non impressiona nessuno, anche perché stiamo facendo solo lunghe passeggiate nei boschi, voi dite che è lavoro duro, per me sono sciocchezze. Non cè stata unoccasione in cui ci si è potuti mettere in mostra».
E vero che nelle squadre di Zeman non
«Le gerarchie bisogna conquistarle sul campo. Quello che mi fanno vedere sul campo lo metto in pratica, se uno fa meglio di un altro non mi interessa come si chiama. Scelgo per linteresse della squadra. Cioè della Roma».
Qual è la sua definizione di top player?
«Non conosco la definizione, da un po di tempo si è adottato questo termine per i giocatori che costano tanto... Per me il problema non è quanto costa, ma quanto può dare. Magari dei giocatori che questanno valgono poco lanno prossimo valgono il triplo o il quadruplo. Mi è successo spesso nella mia carriera. Il top player è quello che può fare la differenza in campo, e non è detto che la faccia chi costa 20 milioni di più».
Ha chiesto Tachtsidis: perché?
«Lanno scorso in serie B ed ho visto molti giocatori, il greco mi ha impressionato».
La prima partita, il test di oggi, darà delle risposte?
«Difficile, visto che di calcio non abbiamo ancora parlato. Voglio vedere come si comportano i giocatori senza guida, da soli. Io non chiedo niente, voglio vedere come si comportano singolarmente durante la partita, sapendo che ora sono anche un po appesantiti dai carichi di lavoro»