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GASPORT (M. CECCHINI) - In America la vita va di fretta. Alessio Romagnoli, «enfant prodige» della difesa della Roma, lo sa e per questo condensa pensieri e parole in questo ritratto che vi sgraniamo ai ritmi del suo calcio: vertiginosi. «Ho 17 anni, sono alto un metro e 88 e sono romanista. Ho un fratello più grande, Mirko, appassionato più di auto e moto che di calcio. Mia madre si chiama Gianna e mio padre, Giulio, lavora in fabbrica. A scoprirmi è stato Bruno Conti: avevo nove anni e mezzo. Ero trequartista, ma alla Roma Tovalieri mi ha cambiato ruolo, così sono diventato difensore centrale. Infatti i miei idoli sono due: Zidane e Ma
Senza patente Romagnoli sembra avere piedi per terra e idee chiare: «Faccio il quarto Ragioneria, sono stato sempre promosso e anche con bei voti. Logico però che adesso mi sto concentrando sul calcio. Ma ancora non ho la patente così devo sempre farmi accompagnare da qualcuno». Dopo l'ottimo precampionato, Alessio adesso pensa in grande. «Mi piacerebbe restare con la prima squadra, ma è già bello essere qui adesso con loro. Se poi dovessi tornare in Primavera non ci rimarrei male. Heinze e Burdisso, poi, mi stanno aiutando a crescere». Quello che vuole la Roma, che punta su di lui. «Prima di partire per il ritiro ho rinnovato il contratto (fino al 2016, ndr). Il mio procuratore? È Sergio Berti». Cioè quello di Daniele De Rossi. Nessuna sorpresa che il ragazzo abbia talento da vendere.