CORSERA (M. GAGGI) - La squadra di Zeman è riuscita a vincere (2-1) anche quest' ultima partita del suo giro promozionale, ma stavolta il clima amichevole, il fair play, sono evaporati per la foga dei giocatori salvadoregni: tecnicamente modesti ma velocissimi, instancabili, decisi a dimostrare il loro valore al nuovo allenatore che deve cercare di portare questa selezione ai mondiali brasiliani del 2014 e a non deludere un pubblico scatenato, fatto di connazionali emigrati negli Usa. Così quella che
Così quella che doveva essere poco più che un'esibizione, per la Roma, è diventata una prova vera, di temperamento e di tenuta fisica e nervosa. Partita strana, vinta per due a uno dai giallorossi che l'hanno dominata nel primo tempo quando hanno segnato con Osvaldo dopo appena 100 secondi, hanno tirato nello specchio della porta avversaria una decina di volte e hanno avuto almeno cinque occasioni per mettere al sicuro il risultato.Mancate per errori nelle conclusioni e per imiracoli del portiere Portillo, ma restano la capacità di correre e soffrire, i guizzi di Lamela, Osvaldo ostinato e instancabile, gli inserimenti di Heinze, i tiri da lontano di Pjanic e Taddei.
E poi una difesa molto attenta, con Zeman che alla fine si è detto soddisfatto per la tenuta del reparto, per la rapidità delle ripartenze e la tenacia mostrata nel recupero palla a centrocampo. La partita ha cambiato faccia nel secondo tempo per l'enorme aggressività degli orgogliosi salvadoregni, per i gravi errori dell'arbitro Terry Vaughn, un 39enne arrivato a New York dalle campagne dell' Iowa, ma anche perché, come lo stesso allenatore giallorosso ha ammesso senza difficoltà, «cambiare sei giocatori insieme è troppo: non tutti riescono a entrare subito in partita, la squadra si allunga. D'altra parte siamo ancora in piena preparazione: cerco di far giocare tutti, ma c'è chi è ancora in ritardo. Fatto sta che, usciti Totti, Burdisso, Taddei e Pjanic, nel secondo tempo è scesa in campo una Roma giovanissima, tanto che la fascia di capitano è passata al portiere Lobont».
Dopo quattro minuti il Salvador ha trovato il pareggio con un tiro da fuori del terzino Gutierrez e, galvanizzato, ha cominciato ad attaccare a testa bassa mettendo quattro volte un uomo solo davanti al portiere giallorosso che, colpevole nell'episodio del pareggio, è riuscito a parere tutto, anche grazie ai tiri non proprio micidiali delle punte centroamericane. Ma al 17', nel momento della massima pressione salvadoregna, Bojan, servito da Marquinho, ha trovato un angolino per battere di nuovo Portillo. Bruttissimo il finale con Tachtsidis che, dopo aver fatto un fallaccio a centrocampo, si è preso una testata in faccia da Figueroa. Arbitro e assistenti non hanno visto: alla fine è stato espulso proprio il greco della Roma che, trattenuto dai compagni, tentava di vendicarsi. Conclusione nervosa, con lancio di oggetti in campo. Sdrammatizzata negli spogliatori da Zeman che con la solita pacatezza e quella sua aria di divertita perplessità ridimensiona: «Quando uno riceve una testata capita che reagisce male. Io al suo posto mi coricavo a terra e mi mettevo a piangere. Ma cè ancora molto da fare».