Gol in the Usa. L'ambasciatore è l'uomo in più

26/07/2012 alle 10:47.

GASPORT (M. CALABRESI) - Chissà quante volte in vita sua l'avrà visto pieno il Fenway Park, Michael Bradley. Da bambino, nonostante papà Bob lo avesse avvicinato da subito al soccer, ma anche nei suoi anni europei, magari per sentire di meno la nostalgia di casa. Esultarci dentro, per un gol, anziché per un fuori campo, per un americano che ha scelto il calcio è il massimo: ma è il massimo anche per la Roma, che non cancella quella maledetta notte di 28 anni fa, ma non si rovina l'umore di giorni in cui, tra mercato, merchandising, risultati, progressi ed entusiasmo, sta andando tutto per il meglio. In questi giorni, tra Chicago e Boston, i media locali non hanno mollato Bradley un attimo, e se le sue foto al momento del passaggio dal Chievo alla Roma avevano fatto il giro del mondo e degli States, la cassa di risonanza dopo il gol che ha spianato la strada alla Roma crescerà ancora.



Felici e contenti Per la gioia di James Pallotta, che nella sua Boston ha fatto un figurone, come la Roma, che si è evitata la famosa «sveglia» di mezza estate: prima della partita, Pallotta si era fatto immortalare in un «catch» sotto il tabellone, durante e dopo si è gustato la sua creatura, della quale potrebbe presto diventarne il presidente a tutti gli effetti. E non poteva esserci miglior ambasciatore di Michael Bradley: l'altro protagonista di entrambe le conferenze stampa prepartita, l'altro uomo di maggior richiamo, , è rimasto negli spogliatoi dopo i primi 45', dove aveva fatto comunque una gran figura. Partito da sinistra, ha corso ovunque, alla faccia dei suoi (quasi) 36 anni. Se a Michael Bradley quel Roma-Liverpool gliel'avranno raccontato, non l'ha dimenticato: «All'epoca ero piccolo — ha ricordato poche ore prima della partita —. La vidi in tv con i miei genitori a casa e quello che ricordo bene è la delusione dei miei».

Da Princeton ad Acilia Lui come tutta la Roma, allora, ringrazierà Bradley e Alessandro , che per una sera hanno annullato il ricordo di Grobbelaar e Aranda: dopo il gol dell'1-0, sul megaschermo in Hd del Fenway Park hanno proiettato la «pelata» di Bradley e in 40mila hanno iniziato a gridare «Usa, Usa». Lo avrà urlato anche qualcuno che a Roma ha fatto le ore piccole, come chi ha visto la partita a casa . La partita è finita quasi alle 3, ma Acilia nessuno sarà andato a dormire.