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IL MESSAGGERO (S. CARINA) - È atterrato a Fiumicino con quasi mezzora danticipo. Qualche minuto dattesa per ritirare i bagagli ed espletare i controlli ai passaporti e dalle porte scorrevoli delluscita T3, arrivi internazionali, è spuntato Leandro Castan.
In pochi conoscono Castan. Su di lui è stato detto tutto e il suo contrario. È lento, non è lento, è veloce solamente nei primi tre metri, è bravo nei recuperi, utilizza solo un piede, è tecnico, no è troppo ruvido. Per avere qualche notizia in più, è forse il caso di affidarsi al tecnico del Corinthians, Tite. Singolare la sua risposta a chi, durante gli ultimi Europei, gli chiedeva un giudizio su Balotelli allindomani della doppietta alla Germania: «Balotelli? È bravo, ma io lo vorrei far marcare mezz'ora da Leandro. È un animale in marcatura e non capisco come nessuno si sia ancora accorto di lui. Intanto me lo tengo stretto». Bluffava, sapendo che il difensore aveva già un accordo con la Roma.
Quella che sta per iniziare non è la prima esperienza in Europa. Nel luglio del 2007 Castan ha giocato con l'Helsingborg (33 presenze e 4 reti). La saudade e il clima svedese lo hanno indotto a tornare in patria dove - dopo una parentesi al Gremio Baruerì - si è trasferito nel 2010 al Corinthians con il quale ha vinto l'ultimo Brasileirao, una Coppa Libertadores, un Trofeo Ousmar Santos e raggiunto un secondo posto nel Paulistao (campionato statale). Centrale molto fisico e potente, fa dellanticipo la sua arma migliore. Marcatore più alla Montero, è mancino e dotato di unottima tecnica, garantisce 4-5 gol a stagione. Curiosità: il suo idolo è Juan, che ha da poco rescisso il contratto con la Roma. È sposato, ha un figlio e la moglie è in dolce attesa del secondogenito. In giornata volerà a Vienna per assistere alla gara contro il Rapid e incontrerà sia Zeman che i compagni di squadra, pronto a farsi conoscere anche dai tifosi più scettici.