IL ROMANISTA (D. GALLI) - «Francesco, da centravanti hai preso troppe botte dagli avversari». «Mister, io gioco dove vuoi». Allievo e Maestro insieme. Di nuovo. Nella stessa squadra, per gli stessi colori, con la stessa voglia di tredici anni fa. Totti e Zeman hanno pranzato assieme, per unora e mezza si sono scambiati
Un periodo di vacanza che è servito a Totti per staccare quasi completamene la spina. Quasi, perché la Roma per Francesco è una passione e un onore, oltre che un lavoro: il Capitano si è tenuto costantemente informato sulle vicende romaniste, i movimenti di mercato, la conferenza del Maestro. E il Maestro ha voluto informarsi direttamente di quello che è accaduto nella passata stagione alla Roma dal suo figlio prediletto, tecnicamente parlando. «Lunico che Zeman farà giocare dove vuole, senza vincoli», commentava laltro giorno al Romanista il capitano (romanista) del Pescara, Sansovini. Il Boemo ha voluto sapere da Francesco anche cosa ne pensava dei giovani della rosa. Non è stato un pranzo discreto. Come può essere discreto un pranzo tra il tecnico della Roma e luomo che più di tutti si identifica con la Roma? Cera il mondo ad ammirarli. «Da centravanti hai preso troppe botte dagli avversari», gli avrebbe detto il Boemo. Botte, falli, infortuni. Uno bruttissimo, lentrata di Vanigli che ha rischiato quantomeno di far perdere al Campione il titolo mondiale. Ma a ogni caduta Francesco ha fatto coincidere una risalita, con quella tempra dacciaio che solo i veri fuoriclasse possiedono. «Troppe botte dagli avversari».
La battuta di Zeman fa pensare per Totti un ritorno al passato, a quel ruolo di esterno a sinistra nel fronte dattacco che permise al Capitano di terminare il campionato nella stagione 97/98 per la prima volta in doppia cifra: 13 gol. Ma non è detto, perché il Capitano là davanti al centro dellattacco è unira di Dio. Destra, centro, sinistra, a Francesco non importa. «Per te non avrei problemi a giocare in qualunque ruolo», ha risposto il Capitano. Stupirsi è da stupidi. Francesco non ha mai creato problemi nemmeno a Luis Enrique, immaginate allallenatore-mentore. In ogni caso, il Boemo non ha certo bisogno di vedere allopera Totti per capire dove Francesco rende meglio. Ogni decisione sarà presa però in ritiro a Riscone, quando Zeman avrà a disposizione tutta la rosa. Parco punte compreso. Francesco e Zdenek, amici sempre. Questione di feeling, roba di pelle, chiamatela empatia.
Non è affatto la prima volta che pranzano insieme e ogni volta fa un sacco di rumore. Una foto, celebre, li ritrae al Foro Italico. È il 18 maggio 2001. Un mese meno un giorno alla conquista dello scudetto, a Roma-Parma 3- 1, ai caroselli impazziti. Sulla terra di Roma Francesca Schiavone batte la Petrova 7-5, 6-4. Totti e Zeman pranzano allinterno del villaggio. Il tennis è una passione comune.
Due anni dopo, altro happening. Il 6 maggio, a torneo appena iniziato, sono insieme sugli spalti del Centrale. La Roma era in mano a Capello, Zeman era già stato relegato nei bassifondi del calcio che conta dai soliti noti. Quelli degli interrogatori di Calciopoli, come ha ricordato in conferenza pochi giorni fa il Maestro. Lui è tornato, gli altri, quelli degli interrogatori, non ci sono più. E con Zeman cè sempre lui, cè Francesco Totti. Come tredici anni fa. Come sempre. È una questione di feeling.