Totti: «Mister, per te giocherei in qualsiasi ruolo»

12/06/2012 alle 09:54.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - «Francesco, da centravanti hai preso troppe botte dagli avversari». «Mister, io gioco dove vuoi». Allievo e Maestro insieme. Di nuovo. Nella stessa squadra, per gli stessi colori, con la stessa voglia di tredici anni fa. Totti e Zeman hanno pranzato assieme, per un’ora e mezza si sono scambiati

Un periodo di vacanza che è servito a per staccare quasi completamene la spina. Quasi, perché la Roma per Francesco è una passione e un onore, oltre che un lavoro: il si è tenuto costantemente informato sulle vicende romaniste, i movimenti di mercato, la conferenza del Maestro. E il Maestro ha voluto informarsi direttamente di quello che è accaduto nella passata stagione alla Roma dal suo figlio prediletto, tecnicamente parlando. «L’unico che Zeman farà giocare dove vuole, senza vincoli», commentava l’altro giorno al Romanista il capitano (romanista) del , Sansovini. Il Boemo ha voluto sapere da Francesco anche cosa ne pensava dei giovani della rosa. Non è stato un pranzo discreto. Come può essere discreto un pranzo tra il tecnico della Roma e l’uomo che più di tutti si identifica con la Roma? C’era il mondo ad ammirarli. «Da centravanti hai preso troppe botte dagli avversari», gli avrebbe detto il Boemo. Botte, falli, infortuni. Uno bruttissimo, l’entrata di Vanigli che ha rischiato quantomeno di far perdere al Campione il titolo mondiale. Ma a ogni caduta Francesco ha fatto coincidere una risalita, con quella tempra d’acciaio che solo i veri fuoriclasse possiedono. «Troppe botte dagli avversari».

La battuta di Zeman fa pensare per un ritorno al passato, a quel ruolo di esterno a sinistra nel fronte d’attacco che permise al di terminare il campionato nella stagione 97/98 per la prima volta in doppia cifra: 13 gol. Ma non è detto, perché il là davanti al centro dell’attacco è un’ira di Dio. Destra, centro, sinistra, a Francesco non importa. «Per te non avrei problemi a giocare in qualunque ruolo», ha risposto il . Stupirsi è da stupidi. Francesco non ha mai creato problemi nemmeno a Luis Enrique, immaginate all’allenatore-mentore. In ogni caso, il Boemo non ha certo bisogno di vedere all’opera per capire dove Francesco rende meglio. Ogni decisione sarà presa però in ritiro a Riscone, quando Zeman avrà a disposizione tutta la rosa. Parco punte compreso. Francesco e Zdenek, amici sempre. Questione di feeling, roba di pelle, chiamatela empatia.

Non è affatto la prima volta che pranzano insieme e ogni volta fa un sacco di rumore. Una foto, celebre, li ritrae al Foro Italico. È il 18 maggio 2001. Un mese meno un giorno alla conquista dello scudetto, a Roma-Parma 3- 1, ai caroselli impazziti. Sulla terra di Roma Francesca Schiavone batte la Petrova 7-5, 6-4. e Zeman pranzano all’interno del villaggio. Il tennis è una passione comune.

Due anni dopo, altro happening. Il 6 maggio, a torneo appena iniziato, sono insieme sugli spalti del Centrale. La Roma era in mano a Capello, Zeman era già stato relegato nei bassifondi del calcio che conta dai soliti noti. Quelli degli interrogatori di Calciopoli, come ha ricordato in conferenza pochi giorni fa il Maestro. Lui è tornato, gli altri, quelli degli interrogatori, non ci sono più. E con Zeman c’è sempre lui, c’è . Come tredici anni fa. Come sempre. È una questione di feeling.