IL ROMANISTA (V. VERCILLO) - Due punti di penalizzazione per lAtalanta, da scontare nel prossimo campionato, 25 mila euro di ammenda e due anni di squalifica per lex capitano Cristiano Doni. Ecco la prima sentenza importante scaturita dal processo sportivo sullo scandalo del calcioscommesse, cominciato ieri nelle aule dellex Ostello della Gioventù al Foro Italico di Roma. La Commissione Disciplinare Nazionale, presieduta da Sergio Artico, dovrà esaminare le posizioni di 61 tesserati e 22 club (tra cui quelle di serie A Atalanta, Siena e Novara) deferit
Nel frattempo, Coverciano viene scossa di nuovo. Dopo Criscito, anche Bonucci risulta ufficialmente coinvolto nellinchiesta del calcioscommesse. Lo scorso 3 maggio la Procura di Cremona ha disposto liscrizione del centrale della Juve nel registro degli indagati con laccusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa. Il documento fa parte degli allegati allordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei giorni scorsi dal giudice per le indagini preliminari Guido Salvini e, da alcuni giorni, è a disposizione delle parti. Il giocatore della Nazionale è stato chiamato in causa dallex difensore del Bari Andrea Masiello per la partita Udinese-Bari.
Il reato contestato a Bonucci è esattamente lo stesso per il quale è stato indagato Domenico Criscito, escluso dal gruppo azzurro. I dirigenti della Figc sembrano però avere una posizione diversa per Bonucci, che dovrebbe continuare a lavorare regolarmente a Coverciano: «Non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. Situazione diversa per Criscito, che ha invece ricevuto latto» ha riferito Demetrio Albertini, capo delegazione della Nazionale a Euro 2012.
Intanto, spuntano intercettazioni che coinvolgono anche Giuseppe Sculli. In una telefonata del 3 maggio 2011, lattaccante del Genoa e Safet Altic, il pregiudicato bosniaco al centro dellinchiesta, secondo quanto riportato dalle carte dellinchiesta, parlano di affari da «monetizzare», dicendo di poter costringere lex compagno di squadra Luca "Peperone" Toni a cedere in alcune richieste, perché in possesso di «foto compromettenti del collega, utilizzabili per forzare la volontà del giocatore». Un ricatto in piena regola, che dimostra anche come Altic fosse «ben inserito nella realtà Genoa», avendo contatti quotidiani con moltissimi calciatori.