IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - «Sarebbe una cosa gravissima» dice Roberto Giachetti, deputato del Pd, parlando di quanto riportato da "Il Romanista" e oggetto della lettera inviata dal nostro Direttore Carmine Fotia al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, affinché scongiuri, per il bene del calcio, una vergogna di tal genere. La questione è nota, avendo più volte trovato spazio in questi giorni sulle nostre pagine, e non solo: i vertici del calcio italiano starebbero infatti esercitando non poche pressioni sul presidente dellUefa, Michel Platini, al fine di consentire la partecipazione alle coppe europee e, nel caso, la non escl
«E già grave sostiene Giachetti che qualcuno possa essersi venduto delle partite, andando così a colpire qualcosa che tocca da vicino la passione della gente. Che poi a questo si aggiunga leffetto penalizzante per limmagine del nostro calcio allestero, attraverso una richiesta di tale genere, è ancora più grave. Si può condividere o meno il concetto di responsabilità oggettiva io stesso ho qualche dubbio in proposito, anche nel penale ma finché ci sono delle regole, è giusto che queste vengano rispettate. Il discorso si estende anche alla lentezza con cui sta operando la giustizia sportiva. Se si vuole evitare quanto detto, si accelerino i tempi e si faccia in modo di avere delle sentenze entro i termini. La cosa più grave è che tutti noi abbiamo gridato al biscotto, a proposito di Spagna e Croazia, mentre eravamo i meno titolati a parlarne. E una valutazione come questa è stata fatta un po ovunque in Europa, dove ci hanno preso in giro per i tanti biscotti che abbiamo invece fatto noi. E siccome nello sport tutto ciò è gravissimo, ha dellincredibile che si arrivi addirittura a fare pressioni per mandare in Europa squadre coinvolte in vicende di questo tipo. Dalla Federazione e dalla Lega mi aspetterei invece un atteggiamento ferreo, duro, da contrapporre allonta di quanto è stato fatto. Ne va di mezzo limmagine e la credibilità stessa del nostro Paese».
Sulla stessa linea Mario Staderini, segretario dei Radicali Italiani. «Non esiste dice che la Federazione cerchi di coprire le sue responsabilità, e le sue colpe, a cominciare dai ritardi con i quali viene gestita la vicenda, attraverso una richiesta che non sta né in cielo né in terra. Più che salvare le squadre, mi sembra che miri a salvare se stessa. E mi sembra anche che la giustizia sportiva abbia lo stesso problema, che è poi quello principale in Italia, della giustizia ordinaria, ovvero la durata dei processi. Nello specifico, lunica soluzione è che si prevedano tempi serrati per chiudere i processi in tempo utile per iscrivere eventualmente altre squadre. Non mi sembra unimpresa impossibile. Perché se è vero che bisogna essere garantisti, è altrettanto vero che non si può chiedere allUefa di derogare dal proprio codice etico, per applicare, al suo posto, una regola allitaliana. Una proposta assolutamente inaccettabile. E che a mio parere ha un duplice scopo: quello, come detto, di coprire le proprie inadempienze, e quello, ancora più grave, di incidere sullandamento dei processi stessi. Perché se è vero che uneventuale esclusione delle squadre in corso dopera comporterebbe non pochi problemi, sia sul piano economico che dellimmagine, si punta in questo modo a creare una vera e propria ragion di Stato, che porti a condizionare e modificare i giudizi»