CORSPORT (P. TORRI) - Diciamolo subito: è unoperazione ai confini della realtà. Perché lorange ha uno stipendio simil De Rossi. Perché ha rinnovato da poche settimane il suo contratto che ora come scadenza dice trenta giugno 2015. Perché il Bayern Monaco dà una valutazione (iniziale) al cartellino non inferiore ai trenta milioni di euro. Perché, nel caso, si potrebbe scatenare una concorrenza da top player. Perché le casse giallorosse non fanno rima con emiro. Perché, pure, la Roma non p
TRATTATIVA - Un fatto è certo: la Roma ha chiesto più di uninformazione sul giocatore. Lo ha fatto direttamente con il Bayern Monaco (ci sono almeno un paio di operatori di mercato che lo certificano) che, nonostante il prolungamento contrattuale firmato dallolandese non più tardi di qualche settimana fa, non ha chiuso la porta con il classico incedibilen, anzi ha fatto intendere che potrebbe essere soltanto una questione di prezzo. Alto, comunque un prezzo che, almeno per il momento, non è alla portata del bilancio giallorosso.
La Roma, è chiaro, è consapevole delle enormi difficoltà che si possono incontrare in una trattativa di questo tipo, ma è comunque disposta a toccare con mano leventuale impossibilità di concludere laffare. Partendo da un presupposto indiscutibile: cè al mondo un giocatore più giusto, funzionale, adatto di Robben al tridente zemaniano? Non serve neppure uno sforzo di fantasia o ottimismo per dare una risposta negativa. Se poi al presupposto si aggiunge il fatto che a Trigoria da tempo hanno la convinzione che portare a Roma un grande nome vorrebbe dire riscatenare un entusiasmo zemaniano, allora si capisce bene come il nome dellorange faccia parte di quella ristretta cerchia di giocatori che potrebbero fare al caso della causa giallorossa. Si dirà, però: dove mai la società giallorossa troverà i venti, venticinque, trenta milioni di euro che servono per assicurarsi il cartellino dell'esterno olandese? (...) E' sufficiente pensare a Osvaldo.
L'attaccante italoargentino ufficialmente farà parte della nuova, prima Roma zemaniana, ma, garantiamo, se a Trigoria nei prossimi giorni o settimane, dovesse materializzarsi un'offerta per Osvaldo tra i dodici e i quindici milioni, rigarantiamo che al cipolla si dirà grazie e arrivederci. E a quel punto, con una quindicina di milioni imprevisti che entrano in cassa, la cifra che servirebbe per prendere Robben non sarebbe poi così impossibile da mettere insieme. Si dirà ancora: ok mettiamo che ci sono i soldi per il cartellino, ma poi lo stipendio all'orange come si garantisce? Ci sono due risposte esaustive: 1) se la Roma, come è possibile, riesce a cedere cartellini e ingaggi di Osvaldo e Borriello copre lo stipendio di Robben; 2) l'entusiasmo che scatenerebbe l'arrivo dell'olandese, vorrebbe dire, e siamo cauti, almeno altri cinquemila abbonamenti, senza contare quello che si potrebbe incassare con merchandising e prestigio (sponsor) internazionale.
GERMANIA - Si dirà, infine: ma perché mai Robben dovrebbe lasciare il Bayern Monaco, vice campione d'Europa e di Germania, uno dei club più ricchi e prestigiosi al mondo? C'è più di una risposta anche per questo. La principale riguarda i rapporti interni allo spogliatoio. Per dire: se Robben e Ribery dovessero oggi prendere insieme l'ascensore, uno solo ne uscirebbe vivo (e noi abbiamo un netto favorito), conseguenza di unaccesa discussione (eufemismo) che i due hanno avuto subito dopo che l'orange a Dortmund aveva fallito un calcio di rigore che voleva dire addio alle residue speranze di vincere la Bundesliga.
Cè anche dellaltro. Ed è una questione ambientale che a Monaco non è più da Oktoberfest per lolandese. E anche qui è una storia di rigore, due per la precisione, quello già ricordato a Dortmund, ma soprattutto quello fallito nei tempi supplementari della finale di Champions League giocata a Monaco contro il Chelsea, un errore che ha voluto dire addio alla coppa più coppa che cè. Robben è stato fischiato e contestato a Monaco e la cosa certamente non gli ha fatto piacere, sapendo, oltretutto, che fischi e contestazione, da quelle parti potrebbero inseguirlo ancora a lungo.
Questi sono i fatti. Se poi davvero la Roma riuscirà a mettere le mani sullorange è tutta unaltra storia. Perché, ripetiamo, questa è unoperazione ai confini della realtà. Però, perché non tentare?