
IL TEMPO (P. RENZETTI) - «A sessantacinque anni era questa forse l'ultima occasione della mia vita per tornare ad allenare una grande squadra». Zdenek Zeman è stato grande anche nel giorno dell'addio a Pescara. In una sala stampa gremita all'inverosimile, il tecnico beomo ha iniziato, precisando. «Io sono ancora l'allenatore del Pescara. E oggi parlo solo del Pescara». Un avviso ai naviganti per dire che della Roma, della sua Roma, parlerà dalla prossima settimana. Ha mascherato bene l 'emozione il boemo, ma alla fine è scoppiato a piangere nei corridoi dell'Adriatico
Quelli che sono stati al suo fianco, sin da quella calda giornata di giugno, quando Zeman fu presentato al porto turistico marina di Pescara davanti ad una folla di tifosi che gridava serie A, serie A: «I tifosi avevano ragione. Ora la promozione - ha detto ancora Zeman. ma io sono venuto oggi per ringraziare tutti quelli che ho avuto al mio fianco. Dalla società, alla squadra, ai miei collaboratori, ai medici, ai massaggioatori, all'addetto stampa e a tutti quelli che mi hanno voluto bene». Qualcuno ha usato (sui siti dei tifosi) la parola tradimento. Zeman non ci sta: «Non c'è stato nessun tradimento. Io avevo firmato il contratto di un anno e alla fine ho deciso di cambiare perchè è accaduto un qualcosa che fino a pochi giorni fa neanche immaginavo. Con i dirigenti del Pescara avevamo iniziato a pensare alla prossima stagione. Poi sapete tutti quello che è successo. Ma il presidente Sebastiani (al suo fianco in conferenza stampa) ha sempre saputo tutto. L'ho tenuto informato fino all'ultimo minuto». E il patron biancazzurro non ha potuto che confermare le parole del tecnico: «Non è stato un tradimento. Anzi. Noi a Zeman diciamo grazie per averci regalato la più bella soddisfazione calcistica degli ultimi venti anni. Sapevamo che se l'avesse chiamto la Roma, ci avrebbe pensato. E così è stato. Già sei mesi fa - ha spiegato ancora il numero uno della società abruzzese - ci aveva detto che sarebbe rimasto se non fosse arrivata una chiamata (ndr alla Roma) a cui non avrebbe potuto dire di no. Questo treno è passato a tutta velocità, e il mister ci è salito al volo. Dispiace che vada via, ma questo è il calcio. Noi saremo sempre legati a lui, come lui lo sarà a noi. Questa pagina di sport resterà nella storia del Pescara». L'ultima di Zeman, prima di andare a sedersi per l'ultima volta sulla panchina biancazzurra, in occasione del memorial intitolato a Franco Mancini, la regala sul calcioscommesse: «È un momento brutto, bruttissimo per il nostro calcio. Credo ci sarebbero volute pene più severe. Ho paura che stando così le cose, i problemi rimarranno». L'ultimissima è invece per il suo probabile successore alla guida del Pescara. Quel Ciro Ferrara, con cui Zeman in passato, a distanza, ha avuto da ridire. E alla domanda sull'attuale tecnico della under 21, Zeman ha risposto secco: «Non parlo e non rispondo». Il boemo è sempre lo stesso e a Roma lo aspettano da lunedì a braccia aperte. Pescara ha perso un grande allenatore, ma anche un grande uomo. E da domani il boemo parlerà da giallorosso.