Euro 2012. Miliardi, sorrisi e paure un torneo spaccato in due

08/06/2012 alle 22:12.

REPUBBLICA.IT (M. CROSETTI) - Finalmente si parte, con una grande e una pessima notizia. La grande: vietate le vuvuzela in tutti gli stadi. La pessima: abbiamo l'erede del polpo Paul, trattasi dell'elefantessa Citta, i pronostici li fa mangiando una mela.

I polacchi attendono i 12 minuti della cerimonia inaugurale (con Chopin, chi l'avrebbe mai pensato), se possibile la vittoria contro i greci derelitti (però chissà), e soprattutto la ricaduta economico/turistica degli Europei con i maggiori ricavi della storia, ma solo perché ogni quattro anni i prezzi esplodono. Novanta miliardi di zloty investiti (25 miliardi di euro: e in Polonia l'euro non ce l'hanno), otto aeroporti nuovissimi o rifatti come i quattro stadi a Varsavia, Danzica, Wroclaw e Poznan, anche se la società che ha costruito il catino della capitale è appena fallita. Ogni angolo del paese è un cantiere stradale, sembra il festival della ruspa, giusto l'altro ieri hanno finito gli ultimi 20 chilometri della Varsavia-Berlino, non proprio la Salerno-Reggio Calabria. L'economia polacca viaggia più veloce di quella tedesca, anche se un operaio guadagna in media 800 euro al mese.

"Ci siamo riusciti!", proclama il ministro dello sport Joanna Mucha, mentre il premier Donald Tusk respinge le accuse di razzismo: "Non appartiene alla nostra cultura". Sarà, ma i neri dell'Olanda si sono già presi qualche "buuu" in allenamento. Proprio questa è l'ombra che potrebbe offuscare il più grande evento mai organizzato dopo il crollo del Muro, mai una manifestazione sportiva di questo livello si è spinta tanto a est, anche se la Polonia è praticamente un ovest di continui contrasti visivi: vecchie littorine sgangherate gialle e rosse accanto ai "jumbo tram", grattacieli di cristallo e automobiline Wartburg, reperto preistorico della Ddr. Qui alloggiano 13 nazionali su 16 e ci sarà un perché. In effetti si sta bene, la gente è cordiale, l'atmosfera è calda, l'allegria diffusa, e dover trattare il prezzo del taxi è una scenetta persino piacevole, un altro pezzo di storia che stava lì a penzolare da qualche parte.

L'orgoglio nazionale ha scoperto, dopo Copernico e Chopin, Marie Curie (era polacca, lo sapevate?) e Wojtyla, tre giovanotti che sono campioni anche se sembrano più dei codici fiscali: Piszczek, Blaszczykowki e soprattutto Lewandowski, il formidabile centravanti che comincia dalla frutta e finisce con l'antipasto per migliorare l'assimilazione dei grassi. Giocano nel Borussia Dortmund, hanno appena rivinto la Bundesliga e dimostrano che, appunto, i veri tedeschi d'Europa oggi sono i polacchi.

Girando tra stadi e strade si annusa un bell'odore di nuovo, un retrogusto di imbianchini scatenati. Il Consiglio pastorale per lo sport ha composto una speciale preghiera da asporto, mentre i vescovi invitano alla fraternità e alla benevolenza. Attenzione, però, al vademecum pubblicato da vari giornali ad uso del turista calcistico. Primo: il tasso alcolico consentito alla guida è zero, non zero virgola qualcosa. Secondo: chi attraversa a piedi lontano dalle strisce rischia una multa di 500 zloty, più o meno 120 euro, ci sono vigili in borghese nascosti ovunque. Terzo: le ragazze polacche sono cattoliche. Molto. Moltissimo. Se le importunate, non c'è bisogno di chiedere all'elefantessa cosa vi succederà.