
IL ROMANISTA (V. META) - Dieci anni dopo, si torna a fare sul serio. De Rossi-Germania è un racconto dinverno cominciato in riva al mare, ma un racconto in cui la pagina più bella di tutte è rimasta bianca. Da Viareggio a
Oltre ai ct, il giorno prima della sfida che deciderà la seconda finalista dellEuropeo hanno parlato due soli giocatori, De Rossi e il capitano dei tedeschi Philip Lahm. Avversari di vecchia data, i due, visto che la prima volta che si sono incontrati dovevano ancora compiere diciannove anni e difficilmente avrebbero immaginato di potersi ritrovare su ben altri palcoscenici a giocarsi molto più di un Torneo di Viareggio. Ledizione 2002 è passata alla storia come una delle peggiori per la Roma, con i giallorossi di Bencivenga tornati a casa già dopo il girone di qualificazione con un solo punto in tre partite. Che non sarebbe stata una spedizione fortunata si capisce fin dallesordio: il 30 gennaio allo Stadio dei Pini cè il Bayern Monaco e ai giallorossi non basta una rete di Pepe per evitare la sconfitta per 2-1.
Bastian Schweinsteiger De Rossi se lera trovato di fronte per tutta la partita, Philip Lahm invece giocava - allora come oggi - sulla fascia. I tre si sarebbero ritrovati quattro anni più tardi a Firenze, nello stadio della prima panchina in Serie di De Rossi. Stavolta le maglie sono quelle delle rispettive nazionali e la Germania che si prepara a ospirare il Mondiale ne prende addirittura quattro: il secondo lo segna De Rossi. È la prima e lultima volta che gioca contro i tedeschi, perché in Italia-Germania di Dortmund, quella che ha spalancato agli azzurri le porte della finale di Berlino, avrebbe potuto al massimo essere il primo ad abbracciare Fabio Grosso e in pochi potevano sapere quanto per lui quel gol fosse una liberazione quasi più che per tutti gli altri.
Significava che non era finita, che ci sarebbe stata unaltra partita, unaltra occasione. Un rigore, magari. Dieci anni dopo Viareggio, ancora Lahm e Schweinsteiger: per De Rossi è tempo di riempire le pagine bianche.