IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Esattamente venti anni fa, il 24 maggio del 1992, si chiudeva lintensa storia damore che aveva legato Rudi Voeller alla Roma. Quel giorno il tedesco che vola (come lo aveva ribattezzaro la tifoseria) giocava la sua ultima
Come poteva pensare, dunque, la Roma di cedere uno come Rudi, che nelle ultime due stagioni con Bianchi aveva addirittura sorretto lattacco da solo? Lancio di Cervone per il tedesco, che poi ci pensava lui. Era lo schema consolidato con Bianchi, perché Rudi era lattacco. E invece, con lassenso del nuovo tecnico, Vujadin Boskov, Ciarrapico si liberò proprio del tedesco, infliggendo un duro colpo al cuore di una tifoseria che lo amava come aveva fatto solo con i grandi del passato. E per prendere chi, poi? Largentino Caniggia, che veniva detto il figlio del vento. Insomma, si trattò di un cambio che procurò solo danni alla squadra. Voeller non era affatto finito come volevano far credere i Ciarrapichi e Boskov, che di questa città e di questa squadra ancora sapeva poco anche perché veniva da un ambiente ovattato e quasi civettuolo come quello della grande Sampdoria di Mantovani.
Se fosse arrivato dal Genoa, che della grinta e dellattaccamento ai propri colori ha sempre fatto due delle sue principali caratteristiche, insieme allanima popolare della sua gente, forse limpatto con la Roma e con Roma sarebbe stato diverso, magari migliore. Invece Boskov non capì limportanza che Rudi rivestiva per la squadra e lasciò passare la tesi ufficiosa che veniva ceduto perché ormai aveva dato il meglio di sé, mentre Caniggia, più giovane e fresco, sarebbe stato lemblema della nuova Roma. Invece fecero il botto tutti e tre: Ciarrapico fu arrestato per i sui guai finanziari; Caniggia venne trovato positivo a sostanze stupefacenti e Boskov fece la figura di chi era venuto solo a svernare. Voeller, intanto, spopolava a Marsiglia, dove arrivò addirittura a vincere la Coppa dei Campioni contro il Milan di Capello costringendoci, per una volta nella vita, a tifare per una squadra biancoazzurra e a gioire con essa solo per lui, Rudi, il tedesco che vola.