
GASPORT (M. CECCHINI) - C'è finale e finale. Quella del Cesena sconfitto e condannato da tempo alla Serie B, lo racconta lo stadio che in coro canta Romagna mia (dignitoso); quella della Roma vittoriosa lo illustra la certezza che, per tornare in Europa, occorre sedersi in riva al fiume della cronaca tifando per il procuratore Palazzi (ansiogeno). Il successo giallorosso per 2-3
La telefonata Inutile dire che la solita difesa «alla spagnola» offra ancora buone opportunità ai bianconeri (Rennella e Filippi sciupano), ma la partita si anestetizza quando al 4' della ripresa De Rossi segna di testa il 3° gol raccogliendo un assist di Marquinho. Il resto - al di là della rete nel recupero di Santana - ruota attorno ai tentativi di Totti di segnare il 216° gol in A agganciando Altafini e Meazza, ma Ravaglia s'impegna a sufficienza per rovinargli la festa. Titoli di coda con Luis Enrique («Il prossimo anno la Roma andrà meglio») e soprattutto con il toto allenatore giallorosso. Pulvirenti da Catania dice: «Per Montella neppure risponderò al telefono», ma il direttore sportivo Sabatini replica: «Noi chiameremo lo stesso per avere la disponibilità di Vincenzo, anche se non è l'unico candidato. In 7-10 giorni avremo il nuovo allenatore». Ed un carico di ansie e speranze da metabolizzare.