Riformarsi non fermarsi

30/05/2012 alle 11:06.

IL ROMANISTA (C. FOTIA) - In linea con la sua algida mentalità tecnocratica, lontana anni luce dalla vita reale del paese, il premier Mario Monti ha trovato la soluzione allo scandalo del calcio scommesse e alla corruzione nel mondo del calcio: sospendere il gioco per due-tre anni. Nelle cose che ha detto ieri il premier, ovviamente, ve ne sono anche alcune condivisibili.

Tutti sappiamo che le mafie mettono le mani sugli appalti pubblici al sud come al centro e al nord. Cosa facciamo, sospendiamo per due-tre anni tutti gli appalti pubblici? Vi è ormai una vasta letteratura sulla corruzione nella sanità. Cosa facciamo, chiudiamo per due-tre anni tutti gli ospedali? Potrei andare avanti all’infinito, mi fermo qui: penso che da questi esempi si capisca come si è trattato di una provocazione fine a se stessa, che non porterà a nulla. Il Presidente del Consiglio potrebbe invece fare subito alcune cose molto semplici. Ne elenchiamo alcune: - Incaricare il Ministro dello Sport di presentare entro tre mesi una radicale proposta di riforma delle istituzioni sportive all’insegna della trasparenza. - Chiedere al Ministro di Grazia e Giustizia di “applicare” alla procura di Cremona nuovi magistrati, visto che quelli attualmente in forza a quegli uffici giudiziari, per ammissione del loro stesso capo, non sono in grado di fronteggiare l’enorme mole di lavoro che aumenta man mano che l’inchiesta va avanti. - Sospendere le scommesse, sul quale lo stato biscazziere guadagna un sacco di soldi senza riuscire a controllarne neppure minimamente la correttezza. Forse si perderebbero un po’ di denari, ma se, come vuole il premier, il calcio si fermasse duetre anni se ne perderebbero molti di più. Fermando le scommesse, per altro, il male sarebbe estirpato alla radice. - Creare una speciale task force della procura nazionale antimafia, dedicata al contrasto delle infiltrazioni mafiose nel calcio. - Estendere ai condannati per il calcio scommesse la confisca dei beni fino alla concorrenza delle somme guadagnate illecitamente e destinarli a iniziative etiche e sociali: campi e scuole di calcio nei quartieri e nelle zone degradate, corsi di formazione all’etica dello sport nelle scuole, incremento dei fondi dello sport a favore della disabilità. Sono cose concrete, che si potrebbero fare subito, e insieme un segnale simbolico forte a tutto il mondo del calcio. Non sarebbero puniti i cittadini che amano questo sport, ma i corrotti, i mafiosi, i faccendieri che lo uccidono. Il calcio non ha bisogno di fermarsi, bensì di riformarsi radicalmente e in fretta.