LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Questanno è tornata a vincere la Juventus, un anno fa ha vinto il Milan, lInter è stata protagonista di un ciclo formidabile. Torino e Milano sono stabilmente al vertice del calcio italiano, e la vittoria della Juventus, diciamo così, ha risistemato le cose dal punto di vista storico e tradizionale.
Roma invece fatica a rientrare nel grande giro, a lotttare per lo scudetto, soffre, stenta a fare grandi risultati, fatica spesso a qualificarsi per le Coppe, non vince scudetti ormai da una dozzina danni. E in ogni caso lalbo doro di Roma e Lazio, rispetto al Juventus, Milan e Inter, è impietoso. La Roma sta tentando con un nuovo progetto, quello degli americani, ma la prima stagione è stata negativa; della Lazio non si riesce a individuare un programma a lunga scadenza. I due club hanno proprietà meno ricche e potenti rispetto alle famiglie Agnelli, Berlusconi e Moratti, non possono fare grandi colpi di mercato, hanno monti stipendi sensibilmente inferiori (anche se in assoluto non è un male anzi ) cercano di costruirsi entrambe uno stadio di proprietà ma i progetti in verità sempre vaghi e inconsistenti si impelagano nella burocrazia politica romana.
I due allenatori Luis Enrique ed Edy Reja tra pochi giorni se ne andranno. Si ricomincia unaltra volta da capo. Il calcio a Roma è come la Fabbrica di San Pietro.