LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Peggiora la classifica della Roma dopo i risultati della domenica, costretta in un settimo posto condiviso addirittura con il sorprendente Parma. E le cose potrebbero anche peggiorare dopo l´ultima di campionato, domenica prossima, a Cesena. Non è tanto una visione pessimistica, quanto il realismo di una squadra che
Sul campo sarà davvero complicato raggiungere il sesto posto, fuori l'argomento più discusso continua ad essere legato al futuro di Luis Enrique. Nel dopo-partita il tecnico spagnolo ha detto tante cose, aprendo il suo cuore più di quanto abbia forse mai fatto fino a questo momento. «Mi sto domandando se sono in grado di sopportare le pressioni di una squadra d´alto livello. Pensavo di si, per questo sono qui e sono soddisfattissimo di aver vissuto questa esperienza fino adesso e non mi lamento, ci mancherebbe. Però il discorso è che devo essere onesto con me stesso, con chi mi ha preso e con quelli che rappresento come allenatore della Roma. Niente più, niente di strano. Sono la stessa persona di inizio stagione, la penso nello stesso modo».
Parole che somigliano sempre più a una presa di coscienza con se stesso, una resa, per usare un parolone, dietro la quale si nasconde la paura di aver perso il controllo della situazione con l´ambiente.
Di questo sembra essersi un po´ spazientito Sabatini, che, pur continuando a dichiarare fiducia incondizionata nell´allenatore, non nasconde di aver cominciato a guardarsi in giro. «Luis Enrique sta valutando altre sue situazioni personali, che non riguardano il valore della squadra, sono considerazioni umane - rivela il diesse giallorosso - aspetteremo con tranquillità la sua decisione, ma la Roma è sempre in movimento ma lui resta la nostra prima opzione. Se non sarà lui, sarà qualcun altro». Villas Boas? «Un nome prestigiosissimo, è uno degli allenatori sul mercato, ma ora non affrontiamo questa situazione». La squadra tornerà ad allenarsi domani pomeriggio: sarà l´ultima settimana di lavoro a Trigoria per Luis Enrique?