Fuga da 'hedge fund' e Borsa. Per investire meglio il calcio

27/05/2012 alle 15:02.

Dagli hedge fund a Neymar e agli altri giovani fenomeni del calcio. E' la nuova tendenza sui mercati finanziari devastati dalla crisi mondiale. Sempre più spesso ricchi investitori, stufi di perdere soldi tra listini e obbligazioni, lasciano la Borsa per tentare la fortuna con uno dei pochi settori che garantisce guadagni stratosferici in pochi mesi

In Brasile ormai questo settore viene valutato al pari degli altri investimenti finanziari. Settimana scorsa, durante un dibattito sulle "parti terze" al Wyscout Forum a Milano, organizzato con la collaborazione del Centro Studi Diritto Sport, un avvocato brasiliano, Nilo Effori, ha mostrato una slide dalla quale emergeva il vantaggio smisurato di chi aveva investito nel calcio, anziché in petrolio, materie prime o telecomunicazioni. E questa consapevolezza si sta estendendo anche al resto del mondo. "Ho portato via 20 milioni di euro da un hedge fund in Lussemburgo. Ero stanco di perdere. Voglio investirli nel calcio. C'è qualche club dove posso farlo sperando di guadagnare qualcosa?", si è sentito chiedere un avvocato d'affari italiano da un cliente nelle scorse settimane. Il legale aveva già la risposta pronta: "Con un club non guadagna nessuno. Provi con la proprietà dei calciatori".

Non a caso alcune società finanziarie, da alcuni mesi, stanno simulando le performance di fondi basati proprio sulle quote di controllo dei giocatori. I risultati sono assolutamente confortanti: anche se l'operatore non centrasse i risultati migliori - come quelli ottenuti da Sonda con Breno (un incredibile +2400 per cento, frutto di una scommessa riuscita alla perfezione grazie al trasferimento quasi immediato in Germania) - l'andamento sarebbe nettamente superiore a quello degli indici di Borsa degli ultimi rovinosi mesi. E così, contrariamente a ogni previsione, il calcio sta diventando un bene rifugio per milionari in fuga dai mercati finanziari. Paradossale dopo decenni nei quali questo sport pareva essere un buco nero buono solo per imprenditori in cerca di visibilità, ma sicuramente non foriero di guadagni. Invece i calciatori sono considerati come forzieri dove trovare riparo, come è sempre stato con i quadri d'autore.

Ma non tutti sono entusiasti di questa ulteriore iniezione di affarismo nel mondo del pallone. L'Uefa potrebbe arrivare a vietare la partecipazione alle coppe europee dei calciatori, controllati da "parti terze". La proposta, lanciata durante il Comitato strategico sui calciatori professionisti settimana scorsa a Monaco di Baviera, sarà discussa per l'eventuale approvazione nella prossima riunione dell'Esecutivo di Nyon. Il governo del calcio continentale è preoccupato anche per le possibili influenze dei gruppi criminali attivi nelle scommesse illegali che aumenterebbero a dismisura nel caso in cui certi delinquenti riuscissero a gestire uno o più calciatori per squadra. Qualcosa di simile è già successo in Finlandia con il Tampere (caduto nelle mani dei gruppi di Singapore indagati a Cremona), nel 2011 sospeso da ogni attività calcistica dall'Uefa. Chissà se queste preoccupazioni basteranno a rendere più disciplinato l'assalto dei milionari in fuga dalle Borse, a caccia dei nuovi Neymar come fossero capolavori di Van Gogh.