CORSPORT (R. MAIDA) - Non è stato un sogno e nemmeno un pesce daprile. Sul diario delle imprese indelebili, quelle evidenziate da video e ritagli allinterno di una carriera da onesto professionista, Fabio Simplicio ha inserito anche questa: dopo unazione rabbiosa, affamata, in unarea che sembrava una pista da autoscontro, ha scelto il cucchiaio per scavalcare Fontana e segnare il gol del 3-1.
SPIEGAZIONE - Quel pallonetto magico è nato perché non poteva essere altrimenti. Simplicio era già pronto a uscire per un problema ai muscoli flessori che dovrà essere valutato nelle prossime ore. «Non dovrebbe essere niente di grave - spiega lui - ma in partita sentivo dolore. E allora ho preferito calciare in quel modo». Come Totti contro Abbiati, ma con risultati diversi: «Figurarsi. Da Francesco cè solo da imparare. Diciamo piuttosto che sono stato fortunato a trovare il gol. Mi fa piacere perché è servito a vincere questa partita che per noi era importantissima».
RINGRAZIAMENTI - Era sparito da un mese, nascosto in panchina da Luis Enrique. E contro il Novara non avrebbe giocato, se non fosse capitato linfortunio di Pjanic. Ci si aspetterebbe una frase orgogliosa, una frecciata allallenatore che lo considera ormai una riserva delle riserve. Invece Simplicio sorprende anche con le parole: «Io posso solo ringraziare Luis Enrique. E stato lui a volermi trattenere a Roma». Dopo il ritiro estivo di Riscone, a cui non era stato invitato, Simplicio è rientrato in organico. «Era quello che volevo - continua il giocatore - e ora devo solo lavorare per farmi trovare pronto quando ci sarà bisogno di me». In questo campionato è successo spesso: contro il Novara ha segnato il suo terzo gol stagionale in soli 845 minuti di campo. E non è nemmeno una novità: Simplicio è già arrivato a quota 42 reti in serie A in soli otto campionati tra Parma, Palermo e Roma. Numeri da trequartista, più che da mediano. Ma lui non alza la voce quando viene dimenticato e rimane fuori. Gioca nella Roma, che bisogno cè di fare casino?