CORSERA (L. VALDISERRI) - Franco Baldini non stava recitando una parte domenica sera, dopo il tracollo della Roma contro la Fiorentina, quando ha dichiarato: «Se la proprietà americana lascerà ancora a me il diritto di prendere decisioni, allora Luis Enrique resterà lallenatore della Roma anche nel prossimo campionato». È quello che pensa. Nonostante le 16 sconfitte stagionali, i due derby persi, i «vaffa» della curva Sud alla fine di Roma- Fiorentina, un gioco perduto misteriosamente dopo le feste natalizie, un codice etico finito tra cartellini rossi, sputi, proteste e squalifiche (Osvaldo due giornate e De Rossi una sono le ultime).
Fatti, non parole. Però nessuno può garantire, ora, che nemmeno in queste condizioni Luis Enrique sarebbe intenzionato a continuare. Le ultime due conferenze stampa dellasturiano, prima e dopo la partita con la Fiorentina, hanno mostrato un uomo nervoso, provato, invecchiato sotto il peso di una pressione mediatica per lui insostenibile. Bisogna allora pensare, senza perdere troppo tempo, a una soluzione alternativa per la prossima stagione. Un piano B che sta diventando, per forza di cose, un piano A. Sparare nomi a casaccio non è giornalismo. Ragionare su tre possibili linee guida sì: 1) Zdenek Zeman sarebbe una soluzione molto popolare, adatta a un gruppo giovane da plasmare, in linea con un progetto di calcio offensivo e accattivante. 2) Un italiano giovane e ambizioso: Allegri una scelta top, nel caso in cui il Milan lo lasci andare; Pioli una pista già battuta in estate e gradita al d.s. Sabatini; Colantuono unipotesi meno di immagine ma di sostanza. 3) Uno straniero che dia continuità a un progetto che cerca un respiro internazionale. Facile pensare a quella che era una prima scelta di Baldini: André Villas Boas. Ma anche a Unay Emery, in uscita da Valencia. Un nome a sorpresa? Brendan Rodgers dello Swansea.