IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Non solo Luis Enrique, non solo i compagni, non solo i tifosi della Roma. Ad essere contenti per il gol di Osvaldo ci sono anche i dirigenti dellEspanyol. Con la decima rete messa a segno ieri dallitalo-argentino la Roma infatti, come previsto da contratto, dovrà pagare alla società spagnola il primo
Luomo che si è messo la Roma sulle spalle prendendo a spallate tutti i difensori del Novara, segnando di testa e poi trovando, sempre di testa, una traversa. Non solo: svaria su tutto il fronte dattacco, sinventa uomo assist per Marquinho, non molla di un centimetro mai e incita i compagni dopo il vantaggio di Caracciolo. Unico tra gli attaccanti a restare in campo 90 minuti, cerca la doppietta e si manda anche a quel paese con Lamela entrato da poco.
Caratteri egoisti e forti in campo e generosi fuori, a volte si amano e altre si adorano. E spesso, Udine a parte, finisce tutto al fischio finale. Ieri pare non ci siano stati strascichi: Lamela ha lasciato lo stadio quasi per primo a testa bassa, come fa sempre, Osvaldo è andato via più tardi con un sorriso grande così. Per il gol e per la vittoria della Roma, lui che quando stava fuori chiedeva praticamente tutti i giorni ai dottori: «Sono a posto? Quando posso rientrare?». Ci ha messo venti giorni prima del previsto: doveva restare fuori due mesi, dopo quaranta giorni era già in campo. Non al meglio, a Bergamo lespulsione per un fallo di reazione su Cigarini, la doppia giornata di squalifica, la delusione e lamarezza. Anche per la mancata convocazione in Nazionale: sogna lEuropeo, se da qui a fine stagione dovesse mantenere questa regolarità Prandelli gli troverà un posto sullaereo per Polonia e Ucraina. Se la gioca con il compagno Borini, con cui condivide il trono di bomber romanista: dieci gol per entrambi, tutti in serie A per Osvaldo, nove in campionato e uno in Coppa Italia per lex attaccante del Chelsea, tra i primi in tribuna a battere le mani al compagno al momento del gol.