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IL ROMANISTA (G. CACCAMO) - Non bastano alla Roma del primo tempo una buona disposizione tattica sul campo e una discreta mobilità dei propri centrocampisti nellevitare le insidie del pressing novarese, per ritrovarsi forse troppo ingiustamente a dover rincorrere il risultato già dal 17. Le prerogative e attitudini tecniche del Novara
Riesce a non essere monocorde la manovra giallorossa con buona alternanza di schemi e di soluzioni offensive sorprendendo la squadra di Tesser ora con azioni manovrate tendenti al possesso palla, ora con improvvisi lanci negli spazi per il mobile Osvaldo, ora con percussioni e sovrapposizioni centrali finalizzate sempre con una conclusione.
Identico il copione nel secondo tempo con la variante, di non poco conto, di una maggiore e migliore velocità sia nei passaggi sia nella mobilità e rapidità dei giocatori nel predisporsi alla ricezione del passaggio. Produce occasioni e gol, la ritrovata verve del gioco giallorosso, attraverso una interpretazione ed una proposizione di schemi più varia ed imprevedibile rispetto a quellidea monotona di gioco quasi solo incentrato su di uno sterile possesso palla. Varietà di schemi, velocizzazione della circolazione del pallone, rapidità nellesecuzione del dai e vai, tutti spunti nuovi per il laboratorio Luis Enrique, più che mai convinto che solo sorprendendo lavversario, solo creando alternative tattiche che non possano però prescindere dallintensità di gioco, si potranno ottenere i risultati sperati. Argomento a parte è invece il problema dellassetto tattico relativo alla fase difensiva, anche oggi non perfetta, ancora oggi non esente da osservazioni e appunti, pur con tutte le scusanti del caso, ma questa, come diceva qualcuno è tutta unaltra storia.