TRS (A. CIARDI) - Quarta nella classifica dei gol, 47, alle spalle di Milan (60), Napoli (54) e Juventus (49). Terza considerando solo i gol realizzati dagli attaccanti (30), dietro Napoli (39, Hamsik compreso) e Milan (37, Boateng compreso). Davanti alla Lazio (27, compreso Hernanes) e Juventus (25, compreso Pepe). La Roma nonostante lo scetticismo iniziale, ha messo in piedi un attacco di primissimo livello
Osvaldo 10 reti, più una, la più bella, vanificata dalla sciagurata decisione di Carrer, segnalinee di Roma-Lecce. Borini 9, Bojan 5, Totti 4, Lamela 2. 30 gol ben distribuiti. 30 gol nonostante Osvaldo, che ha una media realizzativa più alta rispetto a quella del tanto lodato Klose, e Borini abbiano fatto i conti con stop causati da guai muscolari che li hanno fermati per almeno dieci partite a testa. 30 gol nonostante Totti stia vivendo la stagione più difficile e Bojan sta faticando a metabolizzare il distacco dal suo cordone ombelicale, Barcellona.
30 gol. Tanti. Eppure si parla di Suarez, si vaneggia su Fernando Torres. Si dice che per il salto di qualità servano attaccanti di grande livello. Come se Osvaldo non lo fosse, come se il ventunenne Borini non fosse, Balotelli a parte e insieme a El Shaarawy, il giovane attaccante italiano più forte in circolazione. Come se la Roma, dovendo investire per la seconda stagione consecutiva una cifra notevole sul mercato, non avesse altre priorità.
Servono due difensori centrali di livello. Servono due esterni di valore (almeno uno più pronto di Dodò). Serve un centrocampista di valore pari a Pjanic e Gago. Vanno acquistati i cartellini di Gago e Borini. Però si parla di punte. Incollati a rimpianti insensati. Come se cedendo Vucinic e Borriello, più Menez, la Roma si fosse privata di Van Basten, Gullit e Virdis.