
CORSPORT (A. GHIACCI) - Un salto di gioia. E poi labbraccio con tutti i componenti della panchina. Sorrisi e colpi di gomito con lamico e collaboratore Llorente. Luis Enrique, dopo il gol di Totti, era raggiante. Ancor più felice dopo la rete di Marquinho, quando la serata,
ANALISI - La Roma è stat tutta un’altra rispetto a soli quattro giorni fa, quando era crollata sotto i colpi del Lecce: «Questa è la mia Roma, ma è la mia squadra anche quando perde. Sarebbe troppo facile affermare che è mia solo quando vince. E’ un gruppo con tanti ragazzi giovani, un gruppo unito che potrà dare tante soddisfazioni. Ci sono state delle brutte figure, ne abbiamo sempre risentito tutti. Abbiamo sbagliato e sbaglieremo ancora, io per primo, ma ora siamo in crescita, abbiamo chiaramente un’identità» . Anche durante la partita con l’Udinese la Roma ha avuto un momento di difficoltà, tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo: «Abbiamo avuto dei dubbi dopo il loro pareggio, ma abbiamo chiuso all grande. Fisicamente siamo cresciuti, continuando a creare tante palle-gol sino alla fine» . La Roma crede al terzo posto. Luis Enrique in realtà non aveva mai smesso di farlo: «Abbiamo 50 punti e guadagnato una posizione. La nostra fiducia è rinforzata. Ci sono cuore e grinta, carattere e personalità. Ora pensiamo subito alla Fiorentina, sapendo che mancano sei giornate difficilissime in cui potrà succedere di tutto»