GASPORT (M. CECCHINI) - Quando Luis Enrique entra in sala stampa scortato dal mental coach Tonino Llorrente che sfoggia una bella e inquietante maglietta sui Ramones il gruppo punk più famoso d'America serpeggia il
Futuro & Confusione Sembra un testamento, però Luis Enrique non si sbilancia. «Non mi sono mai pentito di allenare la Roma. Per ribaltare la situazione occorre vincere le 4 partite che ci restano. Siamo settimi, ma l'obiettivo è quello arrivare in Europa League. È il momento di stare vicino alla squadra. A fine stagione esamineremo i problemi e valuteremo. I fischi e gli striscioni? Sono un professionista, non mi preoccupano: penso a non mollare fino all'ultimo giorno. Non mi sento in confusione. Questo è stato un anno diverso perché è arrivata una nuova proprietà, ma cose buone ce ne sono state. Purtroppo ci sono state troppe sconfitte, ma sono sicuro che in futuro la Roma vincerà. E sarà la Roma dei romanisti, dei tifosi, quella vera. Poca grinta? È sembrato in qualche gara, ma è una impressione. È mancata personalità, ma non si compra al supermercato. Il mental coach non è per la squadra, ma per me e lo staff: io ho lavorato e lavorerò sempre con un psicologo».