L'Osvaldo rabbioso punta Torino

20/04/2012 alle 10:28.

IL ROMANISTA (P.A COLETTI) Torino-Fiorentina 0-1, 18 maggio 2008. Era l’ultima volta di Osvaldo a Torino. E non una qualsiasi. Una splendida rovesciata regala alla Fiorentina la vittoria per 1-0 sul Toro e fa approdare la squadra viola, allenata da Cesare Prandelli,

Se il primo, quello del 25 novembre 2006 in -Lecce, non è passato alla storia, la partità terminò 4-1 per i piemontesi, il secondo a Firenze ancora se lo ricordano. Era il 2 marzo del 2008, Osvaldo entra al 62’ al posto di Ujfalusi, guidando una splendida rimonta viola. Minuto 93, Papa Waigo si allarga sulla fascia destra e mette dentro l’area un cross sul quale si tuffa un affamato Osvaldo che batte Buffon e regala il gol del definitivo 2- 3 ai viola. Vincere a Torino, contro i rivali di sempre, all’ultimo minuto: l’apoteosi, l’estasi suprema per il tifoso fiorentino, una vittoria storica. Una mitragliata micidiale quella dell’allora 22enne. Un marchio di fabbrica ereditato da un’altro grande che è passato da Firenze a Roma, Gabriel Batistuta. Un gesto che l’italo-argentino spera di ripetere tra due giorni allo Stadium. Per non peggiorare la sua media contro i bianconeri, per essere i primi a batterli quest’anno, per toglierli lo scudetto, per continuare a credere nella rincorsa al terzo posto.

Di motivazioni ce ne sono, eccome. Di motivazioni ne ha soprattutto Luis Enrique per schierare Osvaldo titolare nonostante la ritrovata abbondanza lì davanti. Quattro gol nelle ultime cinque partite, stanno a testimoniare la grande forma dell’attaccante. L’allenatore spagnolo non lo ha mai inserito nella rotazione, che invece ha sempre riguardato giocatori del calibro di Lamela, Bojan e . Da sempre, dall’inizio dell’anno, a Osvaldo è stata data piena fiducia. A ragione. 11 gol in 23 partite di campionato. 1.878 minuti giocati. Numeri da campione. Numeri da attaccante pagato 17 milioni. In molti ad inizio anno non ci credevano. Lui ha smentito tutti. Ogni giorno che passa, i suoi estimatori aumentano. A partire da quello che era il suo allenatore ai tempi del suo ultimo gol a Torino. Quel Cesare Prandelli che se lo porterà volentieri in Polonia e Ucraina e spera in un altro suo gol in rovesciata, decisivo come quello di quattro anni fa