LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Il calcio è cattivo e beffardo e soprattutto si fa con i gol e non con i progetti, parola ormai ufficialmente al bando. Quindi non è detto che la storia la cambi la nuova Roma di Luis Enrique - che anzi la subisce e ne è travolto - quanto piuttosto la botta di Andrea Lazzari, mediano bergamasco che a
La Fiorentina, non certo squadra irresistibile come dice del resto la classifica, ha proseguito l´opera di demolizione della Roma già operata dalla Juve. Dopo appena due minuti Jovetic era già andato in gol; per trovare l´1-1 dopo un primo tempo inguardabile, la Roma ha dovuto aspettare che Totti ci mettesse una suola per deviare un tiro in porta. E alla fine la Fiorentina l´ha comunque meritatamente battuta.
Luis Enrique ha ormai perso la serenità, è impegnato in una guerra col mondo, si sente circondato e non accettato. Ed è intuibile che questo groviglio di risentimenti trasmetta incertezza e perfino paura a una squadra allo sbando. Colpevole comunque almeno quanto lui. Inquietante il suo scatto d´ira pubblico: «Tranquilli che non sono eterno, ma non ho mai parlato di progetto. E´ un giorno di meno da qui a quando andrò via. Il mio obbiettivo? Ancora la coppa e giocare le partite che mancano. Questo però non è il momento di andarsene e se non vi piace non me ne frega niente! Mai starò in un posto dove non mi vogliono: sarà quando lo decido io o lo deciderà la società, senza problema. Alla fine della stagione mi prenderò le mie responsabilità». De Rossi cerca di difenderlo: «Ho avuto Capello e Spalletti, Enrique per me è bravo, ma anche sfortunato. Se arrivasse qualcuno che ci porta lo scudetto lo manderei via, ma non sarà così». La partita col Napoli, senza De Rossi, Osvaldo e lo sputazzatore Lamela, un incubo.
La Roma gioca male e soprattutto peggio di mesi fa, la mancanza di risultati (6 punti meno della Roma di Ranieri e Montella) la sta erodendo. Sentito il coro "A mezzanotte, uscite a mezzanotte" i giocatori sono scappati attraverso i tunnel segreti dell´Olimpico.