IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un uomo stanco, provato e sfiduciato. Ma è lo stesso con cui la Roma vuole continuare a costruire il futuro. Luis Enrique, «esonerato» dalla curva Sud e confermatissimo dalla società, vive una situazione paradossale: dentro Trigoria tifano tutti per la sua conferma, allesterno i consensi sono in
Conoscendo lasturiano, qualsiasi cosa sceglierà di fare sarà impossibile convincerlo a cambiare idea. La Roma naviga a vista e non può essere tranquilla perché un eventuale addio dello spagnolo comporterebbe, se non lo stravolgimento, almeno una modifica dei programmi tecnici. Baldini è stato chiaro sabato sera. Senza bluffare, ha ribadito la fiducia totale della società per Luis Enrique. Non cè stato bisogno di ripeterglielo ieri a Trigoria, dove lo spagnolo è sembrato più sereno rispetto a un post-partita ricco di tensione. La Roma è con lui, le strategie di mercato sono state studiate insieme ma per altre due settimane tutto resta in sospeso. Lofferta di rinnovo per due stagioni sottoposta al tecnico è sempre valida.
Ma non è questo il punto. Nella scelta dellasturiano non centrano il contratto, i soldi, gli acquisti sul mercato. «Lucho» ha bisogno di capire se lui per primo è in grado di guidare una squadra ancora in costruzione lanno prossimo, con la pressione che inevitabilmente aumenterà. Se dovesse basarsi sulla «tenuta» nervosa sua e dei giocatori non ci sarebbe molto da riflettere. Luis Enrique sta male, e per male si intende piccoli problemi di salute, i giocatori stessi non sono riusciti a tirarsi fuori dalle difficoltà. Appena qualcosa gira storto - ultimo esempio il gol di Zuniga sabato - la squadra crolla. Impossibile poi non dare peso allambiente: lo spagnolo che non resterebbe mai se si sentisse un «sopportato». Laltro lato della medaglia è rappresentato da un gruppo che continua a mostrarsi compatto attorno allallenatore, dalla totale sintonia con la dirigenza, dalla consapevolezza che un anno di esperienza possa servire a correggere gli errori.
Perché, al di là di ogni considerazione tattica, Luis Enrique qualcosa lo ha sbagliato: si è chiuso a riccio insieme al suo staff spagnolo senza ascoltare i consigli esterni, ha vissuto come uno scontro il rapporto con la stampa. Difetti corregibili. Il bivio è vicino. In caso di resa lasturiano potrebbe prendersi un anno sabbatico seguendo lesempio di Guardiola («non si sa mai» ha detto sabato a domanda precisa) e lascerebbe sul tavolo i soldi dellultimo anno di contratto. Laltra strada, quella che la Roma spera di imboccare, porta alla conferma di Luis Enrique, con Sabatini pronto ad avviare insieme a lui il piano-mercato. Baldini volerà dai proprietari a metà maggio, quando il futuro della guida tecnica sarà più chiaro. Nonostante gli ultimi segnali e le parole dello spagnolo facciano pensare a un addio, nessuno a Trigoria fa ipotesi su un sostituto. Eventualmente si cercherà qualcuno in grado di insistere sulla stessa idea di calcio. Un Montella o un Villas Boas per intenderci, mai un Mazzarri.