IL TEMPO (A. AUSTINI) - Lha guardato dallalto, come sempre. Fumando, come sempre. Al 25 un sussulto: ha segnato Acquistinho. Chi? Walter Sabatini chiama così Marquinho. In realtà, è un soprannome affibbiato al brasiliano da Diego «Zoro» Bianchi dentro i suoi racconti delle partite della Roma, diventati un cult sulla pagina Kansas City 1927 di Facebook.
Gli altri dirigenti, invece di consolarlo, hanno deciso di infilare il dito nella piaga e hanno fatto stampare una maglia numero 7 con il nome «Aquistinho», senza «c», chissà perché. Sabatini ha accettato lo scherzo e se lè appesa nella stanza. Ora tocca a lui ridere: quattro dei cinque gol di ieri sono stati segnati da acqusiti dellultimo mercato. Inutile dire quale gli abbia riempito il cuore. Marquinho non è più Acquistinho. Migliora di partita in partita e probabilmente verrà confermato:Sabatini non ha dubbi, Luis Enrique ha dato il suo assenso. «Non mi siedo sugli allori - racconta lumile brasiliano - e voglio crescere ancora. Ho imboccato la strada giusta». Il gol di ieri è laccelerazione che gli serviva. «Non mi capita spesso di segnare di testa. Ho "rischiato" anche di fare il secondo. La dedica? Alla mia famiglia che oggi era qui e alla mia fidanzata». Magari lanno prossimo lo seguiranno in giro per lEuropa. «Per la Champions possiamo farcela». Parola di Marquinho, un ex Acquistinho. Con la «c».