IL MESSAGGERO (S. CARINA) - La prima rimonta della stagione, regala uno squarcio sullEuropa che conta. Al punto che anche Luis Enrique, normalmente molto cauto nei giudizi, guardando la classifica si lascia andare ad un minimo di ottimismo: «Continuiamo a credere nella possibilità di arrivare al terzo posto, siamo in sei squadre a giocarcelo ma dobbiamo essere fiduciosi e crederci fino alla fine».
Ad unanalisi più attenta della gara, non nasconde come siano state troppe le occasioni concesse alla squadra piemontese: «Era senza dubbio una partita difficilissima per l'orario, il caldo, l'avversario che stava facendo dei grandi risultati. Potevamo facilmente essere distratti, invece dopo aver cominciato con qualche difficoltà, in svantaggio la squadra ha fatto tutto quello che doveva fare. Abbiamo corso troppi pericoli? Può darsi ma il calcio non è come la matematica e quando giochi in modo propositivo cè il rischio anche di prendere dei gol. A volte siamo stati troppo larghi quando avanzavamo a fare pressing: è uno degli aspetti da migliorare. Come il secondo gol di Morimoto, che era certamente evitabile e nasce da un nostro errore in disimpegno».
Nonostante non ami particolarmente farlo, Luis Enrique è quasi costretto a giudicare le prove di alcuni singoli, a partire da Osvaldo: «Ha giocato un primo tempo incredibile ma ancora gli dobbiamo chiedere di più. Ha messo in difficoltà lavversario, ha fatto lassist, un gol, colpito una traversa ma può fare di più». Tocca poi a Marquinho «Ha gamba ed è in forma. Può giocare come trequartista, terzino, ha un inserimento importante. E un giocatore di qualità» - per finire con Kjaer - «Simon ha dato un bellaiuto a De Rossi anche se Daniele ha tanta esperienza» - e José Angel: «Ha giocato una partita di grandissima personalità, rischiando sempre». Forse troppo.