Il Lecce ingrana la 4a, Roma nel caos

08/04/2012 alle 10:42.

GASPORT (M. CECCHINI) - Nella storia della Serie A, l'unica volta finora che il Lecce aveva battuto la Roma era stato in quel famigerato 20 aprile 1986, in cui il 2-3 casalingo costò alla squadra di Eriksson lo scudetto. Stavolta ai ragazzi di Luis Enrique è andata meglio: hanno ancora chance di conquistare la zona Champions e alla fine dei conti hanno perduto solo la faccia, litigando persino nel

Difesa flop Mentre gli ultrà salentini, vicini alla squadra, fanno cori contro la famiglia Semeraro («Tifosi della maglia e non del tuo denaro»), la squadra di Cosmi si predispone con un finta difesa a tre, nel senso che Cuadrado e Brivio scalano sulla linea dei centrali, ma questo, oltre a bloccare le poche velleità di Rosi e Josè Angel, risucchia i due romanisti all'altezza dei centrocampisti e così facendo, complice la scarsa vena di Gago e Marquinho, espone Kjaer, e Heinze all'uno contro uno nei confronti di Di Michele e del velocissimo Muriel, affiancati a volte dagli inserimenti turbo di Cuadrado. Insomma, grazie alla vena dell'ottimo Giacomazzi e di Blasi e Delvecchio, basta qualche ripartenza intelligente per mettere in crisi la retroguardia di Luis Enrique. Il primo gol, infatti, viene proprio grazie a un servizio in profondità di Giacomazzi per Muriel, che in beata solitudine scarta anche Stekelenburg e segna. Ma la svagatezza della difesa romanista concede il bis anche su calcio piazzato, visto che sull'angolo lo stesso Giacomazzi appoggia sereno la palla di piatto a Di Michele, che batte l'olandesone da due passi.

Muriel superstar Se il Lecce, che torna al successo dopo 5 turni di astinenza, segna nei suoi due unici tiri in porta del primo tempo (e farà lo stesso nella ripresa), gli attaccanti di Luis Enrique si svegliano solo al minuto 38 con Bojan da fuori area (ottima la risposta di Benassi). Nella ripresa, però, ci si aspetta la riscossa romanista, ma Muriel spariglia ancora le carte già in avvio. Complice un cattivo intervento di Josè Angel, il colombiano va via in contropiede liberandosi di e Heinze e segnando da fuori area. Finito? Macché, sempre Muriel riparte sulla destra, entra in area e viene atterrato dal pessimo Heinze: è rigore, che Di Michele trasforma. In pratica, la partita finisce qui, all'11', e le due belle parate che Benassi concede sull'ex Osvaldo, servono solo alle pagelle e al tabellino, così come la rete finale di Bojan e Lamela, quest'ultimo su punizione. A pensarci bene, alla fine i rimpianti accomunano sia i salentini che i capitolini: salvezza e potrebbero essere qualcosa di più di sogni da uovo di Pasqua se la continuità non avesse fatto tanto difetto.