I dirigenti sono compatti al fianco dell'allenatore

24/04/2012 alle 10:38.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Sul charter che da Caselle ha riportato la Roma a Fiumicino dopo l’ennesima figuraccia non sono saliti nè il direttore generale Franco Baldini, già a Londra da qualche giorno, nè il diesse Walter Sabatini, spostatosi dopo la gara di Torino a Milano per alcuni appuntamenti con procuratori stranieri e

Baldini e hanno parlato con Luis Enrique. Che, come ammise anche dopo la gara di Lecce, non riesce a trovare spiegazioni per la resa di Torino. Quindi colpa dei calciatori. Non abituati a vincere e quindi perdenti in partenza. A fine stagione, a prescindere dal piazzamento, si valuterà l’organico, da correggere con innesti di primo piano e non più solo di prospettiva. I dirigenti ancora credono in questo allenatore. Sono convinti. Ma devono avere la certezza che anche lui lo sia. Di restare. Se noteranno qualche cedimento, allora interverranno.
I giocatori non lo hanno scaricato. Sono, però, sorpresi dell’atteggiamento della società nei confronti di Luis Enrique. Si aspetterebbero che i dirigenti lo aiutassero a non commettere certi errori. Pure nelle scelte. E non capiscono le loro critiche alla squadra a cielo aperto. Osvaldo, negli spogliatoi dopo la gara con l’Udinese, lo ha chiarito a Baldini che, a Lecce, aveva ammesso di aver sopravvalutato «caratterialmente» alcuni calciatori. L’italoargentino, davanti a tutti, ha dato garanzie sulla personalità del gruppo. Spostando, indirettamente, l’attenzione sulla questione tecnica.