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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Sul charter che da Caselle ha riportato la Roma a Fiumicino dopo lennesima figuraccia non sono saliti nè il direttore generale Franco Baldini, già a Londra da qualche giorno, nè il diesse Walter Sabatini, spostatosi dopo la gara di Torino a Milano per alcuni appuntamenti con procuratori stranieri e
Baldini e Sabatini hanno parlato con Luis Enrique. Che, come ammise anche dopo la gara di Lecce, non riesce a trovare spiegazioni per la resa di Torino. Quindi colpa dei calciatori. Non abituati a vincere e quindi perdenti in partenza. A fine stagione, a prescindere dal piazzamento, si valuterà lorganico, da correggere con innesti di primo piano e non più solo di prospettiva. I dirigenti ancora credono in questo allenatore. Sono convinti. Ma devono avere la certezza che anche lui lo sia. Di restare. Se noteranno qualche cedimento, allora interverranno.
I giocatori non lo hanno scaricato. Sono, però, sorpresi dellatteggiamento della società nei confronti di Luis Enrique. Si aspetterebbero che i dirigenti lo aiutassero a non commettere certi errori. Pure nelle scelte. E non capiscono le loro critiche alla squadra a cielo aperto. Osvaldo, negli spogliatoi dopo la gara con lUdinese, lo ha chiarito a Baldini che, a Lecce, aveva ammesso di aver sopravvalutato «caratterialmente» alcuni calciatori. Litaloargentino, davanti a tutti, ha dato garanzie sulla personalità del gruppo. Spostando, indirettamente, lattenzione sulla questione tecnica.