
GASPORT (A. CATAPANO) - Al minuto 41 del secondo tempo in realtà sono passati 81 lunghissimi giorni. Sfiancato da tanta attesa, lo stadio Olimpico viene giù. Luis Enrique abbraccia chiunque gli capiti a tiro, i giocatori vanno tutti sotto la Sud, la gente è impazzita e
Che numeri La quinta rete stagionale, 81 giorni dopo la doppietta al Cesena. Il 212° gol in Serie A, solo quattro in meno di Altafini e Meazza. Il 267° con la maglia della Roma, di cui, da ieri sera, torna ad essere il re. Non più solo simbolo un po' ammaccato, ma finalmente protagonista, come e più di Osvaldo, l'altro ciclone della serata giallorossa. In quella rivendicazione «Ho fatto un gol pesantissimo» c'è tutto l'orgoglio di essere tornato il Totti di un tempo: bandiera che continua a sventolare, ma soprattutto campione ancora decisivo. E capitano vero, quando dice, senza ipocrisie: «A Lecce abbiamo perso tutti, anch'io che non c'ero. Una partita vergognosa. Non era la vera Roma, non era possibile. E non è stata solo colpa di Luis Enrique, lui è una persona vera e si assume sempre le sue responsabilità. Ma è stata colpa di tutti, me per primo».