Francesco è tornato 81 giorni dopo. E grazie a Del Piero...

12/04/2012 alle 10:19.

GASPORT (A. CATAPANO) - Al minuto 41 del secondo tempo in realtà sono passati 81 lunghissimi giorni. Sfiancato da tanta attesa, lo stadio Olimpico viene giù. Luis Enrique abbraccia chiunque gli capiti a tiro, i giocatori vanno tutti sotto la Sud, la gente è impazzita e

Che numeri La quinta rete stagionale, 81 giorni dopo la doppietta al Cesena. Il 212° gol in Serie A, solo quattro in meno di Altafini e Meazza. Il 267° con la maglia della Roma, di cui, da ieri sera, torna ad essere il re. Non più solo simbolo un po' ammaccato, ma finalmente protagonista, come e più di Osvaldo, l'altro ciclone della serata giallorossa. In quella rivendicazione — «Ho fatto un gol pesantissimo» — c'è tutto l'orgoglio di essere tornato il di un tempo: bandiera che continua a sventolare, ma soprattutto campione ancora decisivo. E capitano vero, quando dice, senza ipocrisie: «A Lecce abbiamo perso tutti, anch'io che non c'ero. Una partita vergognosa. Non era la vera Roma, non era possibile. E non è stata solo colpa di Luis Enrique, lui è una persona vera e si assume sempre le sue responsabilità. Ma è stata colpa di tutti, me per primo».

Avanti tutta Giù il cappello, su la testa. «Questa è la vera Roma: una grande squadra che deve ambire a grandi traguardi — sentenzia —. A Lecce eravamo scesi in campo poco concentrati, e così puoi fare una figuraccia con chiunque. Stavolta abbiamo dato tutti il 101%. Davanti al nostro pubblico ci viene più facile. Non è la prima volta che ci troviamo a -4 dalla Lazio terza: possiamo farcela, a patto di trovare la continuità e la cattiveria che ci sono mancate per tutta la stagione. Abbiamo accorciato la distanza, ora accorciamola un altro po'». Semplicemente...