IL ROMANISTA (A.F. FERRARI) - «Non è Luis Enrique il problema». Daniele De Rossi ne è convinto. La responsabilità di questi risultati non è dellallenatore spagnolo. E precisa: «Penso che sia uno dei più bravi. Mi hanno allenato Capello, Lippi e Spalletti, non pizz
In molti imputano alla Roma una mancata crescita rispetto allinizio del campionato ma De Rossi non la vede così: «Cè stato qualche piccolo correttivo, anche a inizio campionato non ricordo un gran gioco espresso. Sotto Natale avevamo fatto passi in avanti, abbiamo dovuto portare dei correttivi. Giocare bene ti portava a rischiare i contropiedi, sapete come abbiamo perso a Genova, il derby, abbiamo perso tante partite dove squadre di minor qualità della nostra possono portare un punto a casa». Il centrocampista non crede di aver avuto un calo di prestazioni rispetto al girone dandata, anzi: «Faccio parte di una squadra, i giudizi vengono molto alterati dal risultato. Mesi fa sembrava che a Roma non si potesse giocare se non cero io. Non era vero prima e non è vero adesso. I risultati sono quelli che sono, vedremo di fare meglio».
Per tutta la stagione il pubblico è stato vicino alla squadra anche se ieri sono arrivate le prime contestazioni: «Lho detto, anche oggi la curva ha cantato per 90 minuti, a volte cose belle, altre volte cose meno belle». De Rossi non vuole sentire paragoni con il Barcellona che laltra sera, dopo leliminazione dalla Champions contro il Chelsea, ha lasciato il campo tra gli applausi: «Il paragone con il Barcellona è assurdo, noi sappiamo che in Italia cè molta passione e i tifosi si possono stufare. Ne ho vissute di peggio, mi sono salvato alla penultima giornata un anno. Siamo abituati a passare questi momenti e a superarli insieme».




