GASPORT (R. PALOMBO) - C'è di nuovo il terzo posto Champions nel mirino della Roma che vince di goleada col Novara. Là davanti procedono col freno a mano tirato, e per la seconda volta i dieci punti di distacco post-derby sono tornati ad essere soltanto quattro. Bisogna crederci, come fa Luis Enrique anche se calendario e fase difensiva, sempre raccapricciante, inducono a una ragionevole prudenza. Tanto più dopo un successo rotondo (5-2), il primo stagionale dopo essere andati in svantaggio, ma pieno di luci e di ombre.
Il misfatto Fine del primo tempo, la Roma è sul 2-1 di rimonta dopo il bellissimo gol in apertura di Caracciolo, che vola davvero come un airone per anticipare De Rossi e sorprendere Stekelenburg. Sono di testa anche i gol di Marquinho e Osvaldo, a testimoniare di difese che quanto a contraerea non ci sanno proprio fare. Jeda viene messo solo davanti al portiere da un passaggio filtrante di Caracciolo e per fermarlo il ritardatario Kjaer gli rovina addosso. Si tratterebbe di rigore ed espulsione, se Giachero non sventolasse a sproposito la sua bandierina per un fuorigioco che non c'è. Errore macroscopico, perché c'è De Rossi a tenere in gioco Jeda. Errore che pesa anche se poi la Roma prenderà il largo.
Bella a metà Dal centrocampo in su è una bella Roma, nonostante Pjanic debba ancora marcare visita. Con De Rossi arretrato a fare il vice Heinze (squalificato), i tre in mezzo sono Simplicio, Gago e il sempre più interessante Marquinho, laterale di quantità e qualità. In attacco, insieme a Osvaldo e Totti, Bojan torna titolare al posto di Lamela (Borini infortunato) dopo quasi tre mesi trascorsi a partire dalla panchina. Segnano tutti perché la difesa del Novara, nonostante Tesser la schieri a cinque, è un colabrodo, ma anche grazie a una circolazione di palla che verrà esaltata nella ripresa dalle maglie giocoforza allentate degli ospiti, chiamati a rincorrere con un modulo (4-3-1-2) più offensivo. I gol di Simplicio, Bojan e Lamela, che lo sostituisce nell'ultima mezzora, sono a loro modo delle piccole opere d'arte, tanto più preziose in una domenica dove Totti non brilla in modo particolare.
Progetto azzurro Il più bravo di tutti è Osvaldo. Un gol, due assist vincenti (per Marquinho e Lamela) e una traversa, tutto con una brillantezza fisica e una lucidità tecnica che vale un messaggio per Prandelli: in tempi grami di attaccanti degni della Nazionale, un Osvaldo così merita un biglietto per gli Europei di giugno.
Dolenti note La Roma dietro continua a non funzionare e De Rossi prestato al reparto come accadde in un Roma-Juventus non rappresenta una soluzione. Combina pasticci più lui di Kjaer ed è tutto dire, anche se sul 4-2 di Morimoto (questo sì in fuorigioco) pesa il disimpegno sbagliato di Taddei. Contro Udinese, Juventus e Napoli, le tre partite più delicate che mancano di qui alla fine, ci vorranno ben altre interpretazioni, altrimenti la Champions resterà soltanto un miraggio.