
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Lunica sconfitta contro il Lecce, nelle precedenti 30 sfide, resterà la più amara. Quella del 20 aprile 1986, allOlimpico, costò lo scudetto alla Roma di Eriksson: 3 a 2 in casa contro una formazione già retrocessa. Niente a che vedere, dunque, con questa che provoca però altre sensazioni. Orribili. Limpotenza contro la terzultima in classifica. La fragilità tattica e m
«È tutta colpa mia, i miei compagni non hanno responsabilità. Loro sono stati bravi, ma sono mancato io». A proposito di carattere, solo Heinze ci mette la faccia. «Siamo noi i primi a essere delusi. Anche prima dei tifosi. Non credo che manchi la grinta. Gli avversari sono stati bravi». Fa forza al gruppo: «Mancano ancora sette partite, ognuno potrà fare le sue valutazioni. Abbiamo perso una chance importante, ora dobbiamo fare tre punti con lUdinese. Non vogliamo mentire né ai tifosi, né a noi stessi. A volte le cose vengono bene, altre meno. Il calcio è un gioco, non è matematica. Noi non ci arrendiamo, dobbiamo alzare la testa e stringere i denti».