IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Dobbiamo rialzarci subito». Nel giorno dei confronti a Trigoria, mirati a dare ancora un senso alla stagione, dopo il secondo derby perso in questo campionato e il terzo posto diventato un miraggio lontano 10 punti, Luis Enrique incoraggia il gruppo, in queste ore stranito e perplesso.
Baldini e Sabatini hanno parlato con Luis Enrique, per loro mai in bilico. E anche con i calciatori. Colloqui individuali, per spiegare che cosa si aspettano dalla squadra nelle ultime 12 gare di campionato.(...). «Ora corriamo il rischio di staccare la spina. Invece non bisogna mollare» il messaggio rivolto soprattutto ai più giovani. Indicando loro il nuovo percorso: «Dobbiamo dimostrare di essere una squadra. E il nostro vero obiettivo: non virtuale ma reale. Anche per essere pronti nella prossima stagione. Ci serve qualche risultato importante. Vi vogliamo vedere ambiziosi». Sabatini, ai microfoni di Sky e di Roma Channel, ha difeso il tecnico, confermando lintenzione della proprietà che punta ad averlo in panchina pure nella prossima stagione: «Luis Enrique non è stato mai in discussione. Non lo è neanche ora. Anche per il futuro sarà lui lallenatore della Roma, se lui lo vorrà. Domenica lavevo visto un po abbattuto. Mi aveva detto che avrebbe voluto vincere pure giocando male. Dopo aver perso il derby dandata, era disposto a tutto. Anche a rivedere le sue idee, pur di battere la Lazio al ritorno».
Il ds, poi, tranquillizza la piazza. (...) «Resto alla Roma per unaltra stagione: basta la mia parola, devono essere loro a non volermi più», scherza, anche per prendere di petto la situazione, dopo le voci delle ultime settimane. «Io sono pronto, lho capito in modo particolare dopo la sconfitta di domenica. Ho molto lavoro da fare, posso firmare anche subito se la società lo vorrà». Prima di esporsi davanti alle telecamere, anticipa la sua decisione anticipato agli altri dirigenti che per la verità non avevano mai ipotizzato il possibile addio. Sabatini si prende la responsabilità di non aver sostituito Burdisso nellorganico di Luis Enrique, pur avendo avuto a disposizione la sessione invernale di mercato: «Ho fatto errori a gennaio, serviva un difensore ma ho sottovalutato la cosa». Adesso è uscito di scena anche Juan. Scontato il rilancio di Kjaer che il ds ha voluto fortemente in giallorosso. Si aspetta un grande finale dal danese che fin qui ha deluso: «Non far bene qualche gara a Roma diventa una condanna definitiva. Kjaer tra laltro ha solo sbagliato qualche pallone, non partite. Quando lerrore è di un giocatore di un metro e novanta e biondo è diverso rispetto a quando lo commette uno castano di venti centimetri più basso. Lui è forte: se andrà in campo a Palermo, dovrà combattere contro la sfortuna degli episodi e fare quello che sa fare per se stesso e per la Roma».
«Cè molta mortificazione nei calciatori». (...) «Sono addolorati dal risultato. Ma hanno fatto il massimo. Ripartiremo anche questa volta. La situazione è negativa, per gli infortunati, per gli squalificati e per lo stato danimo. Non ci possiamo, però, permettere più deroghe, limpegno va mantenuto per un orgoglio professionale e per i tifosi. Dobbiamo essere una squadra già questanno, fatto salvo per le integrazioni che faremo il prossimo: la società sta lavorando. Ma è un dovere affrontare queste dodici partite per mostrare le nostre qualità e superare questa pesantezza che ci ha preso negli ultimi otto giorni. Prima pensavamo ad altro. Ora un gruppo di lavoro vero ha lobbligo di reagire e di essere qualcosa». Fa pure un appello: «Alla gente dico di continuare a confidare in quel che si sta facendo. So che non è facile dopo un secondo derby perso e dopo la dismissione di un obiettivo che era stato pensato. I tifosi della Roma, però, si devono fidare. Abbiamo una grande volontà. E le qualità per poter essere migliori».




