IL ROMANISTA (G. CACCAMO) - Ennesima volata assassina sullennesimo errore a centrocampo ad inizio partita ed ennesima dormita difensiva per piombare già al nono del primo tempo nella peggiore delle situazioni da gestire in un derby così sentito: sotto di un gol e partita da giocare in 10 per 80 minuti. Ma a differenza di altre volte non manc
Vive sui nervi e sulle motivazioni tutto il primo tempo romanista, che concede non molto sul piano delle occasioni, pur soffrendo, come ovvio, sul piano della manovra; lassetto compatto delle lineee giallorosse lascia via libera al fraseggio avversario veloce anche se poco ispirato al limite dellarea. Convinto e propositivo è linizio della ripresa per gli uomini di Luis Enrique, compressi nella propria metà campo ma proiettati verso la porta di Marchetti con improvvisi lanci verticali su Borini e Taddei, non difettando di personalità e di voglia di rimettere in gioco il risultato considerando che anche il pareggio non sarebbe stato utile al futuro romanista. Ha quasi timore la Lazio nella ricerca di chiudere la partita, approfittando poco della stanchezza degli avversari, e quasi mai prendendo con decisione il controllo del gioco, attendendo con pericolosità nella propria metà campo le arrembanti anche se scoordinate vampate romaniste.
I pochi rielivi tattici per la partita odierna ci consentono oggi di sottolineare, anche oltrepassando le possibili responsabilità tecniche dellallenatore, che forse tante delle colpe e dellinconsistenza della squadra, che tanti dei limiti costantemente messisi in luce nelle più brutte tra le apparizioni in questo campionato, forse possono ascriversi alla modesta cifra tecnica e caratteriale di alcuni magari troppi dei protagonisti di questa squadra; lacune e limiti, oggi come altre volte, evidenziati dai soliti e apparentemente inspiegabili errori personali, sempre decisivi, sempre influenti sul risultato. 6